Sos Caserta, i Comuni differenziano
​di meno e producono più rifiuti

Sos Caserta, i Comuni differenziano di meno e producono più rifiuti
di Domenico Zampelli
Martedì 8 Ottobre 2019, 08:18 - Ultimo agg. 10:05
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Terra di Lavoro, ogni abitante della provincia tutti, anche bambini e anziani produce ogni giorno oltre un chilo di rifiuti. In un anno 448. Non moltissimi, se si considera che al Nord si toccano i 500 chili e al centro addirittura i 538, in pratica un chilo e mezzo al giorno. Il problema è sulla raccolta, laddove al Nord la percentuale di differenziata tocca il 66% e da queste parti si ferma invece al 52%. Diminuendo anziché aumentare. Cattiva notizia, perché dividere in modo corretto i rifiuti reca maggiori benefici all'ambiente, rendendo le strade più pulite e migliorando la salute del singolo cittadino. E viceversa.
 
Quindi è partita aperta sul fronte della raccolta differenziata. Anche perché i numeri appena forniti dell'Osservatorio regionale gestione dei rifiuti ci mettono in coda, rendendo meglio di ogni discorso la situazione sia in città che in provincia. In effetti c'è tanto da fare. Soprattutto perché il 2018 ha fatto registrare un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente. Se infatti nel 2017 la percentuale di raccolta differenziata su base provinciale era superiore alla media regionale (precisamente il 54,20% a fronte di un dato campano al 52,88%) i valori lo scorso anno si sono invertiti: dato provinciale al 51,97%, regionale al 52,70%. E Caserta si ritrova al penultimo gradino, in una classifica guidata dal Sannio (che fa registrare un ottimo 70%), seguito dall'Irpinia (63%) e dal territorio della provincia di Salerno. Purtroppo Caserta e Napoli (che non arriva nemmeno alla metà fermandosi al 48%) in questa graduatoria fanno corsa a parte. Con l'aggravante, per Terra di Lavoro, di essere l'unica provincia a conoscere un deciso decremento nella percentuale di raccolta differenziata. Dato probabilmente legato anche all'aumento nella produzione dei rifiuti.

Ogni abitante della provincia di Caserta produce in media 448 chili di rifiuti in un anno, mentre lo scorso anno non arrivavano a 440. Benevento, che guida la classifica, si è invece mantenuta stabile a 353. La differenza appare evidente. Non è buono nemmeno il dato sulla percentuale di rifiuti riciclati. Da queste parti sono appena il 40% del totale (nel 2017 erano il 42%), in una classifica in cui fa peggio solo Napoli (37%) mentre tutti gli altri capoluoghi gravitano intorno al 50%. Cambiano di poco i numeri volendo invece considerare e confrontare i singoli capoluoghi di provincia. Anche in questo caso la Campania è divisa in due: da una parte Avellino e Benevento (con dati sulla differenziata che toccano il 70% e sul riciclo il 55%), dall'altra Napoli e Caserta, lontani dal 50% sia in termini di differenziata che di riciclo rifiuti. Nella città della Reggia la differenziata è al 48%, il riciclo al 40%. In mezzo ai due gruppi c'è Salerno, con una percentuale del 60% di differenziata e il 45% di riciclaggio.

Proprio il riciclaggio, peraltro, rappresenta una partita prossima a giocarsi, specie per quanto riguarda la plastica, la cui produzione è aumentata esponenzialmente in appena pochi decenni. Non solo l'Ue ha già adottato delle misure per ridurre la quantità dei rifiuti di plastica, ma la stessa Regione Campania ha previsto di limitarne l'uso e anche di raggiungere una percentuale di riciclaggio al 50% entro il 2022. Ma andiamo a vedere cosa raccontano i dati forniti dall'Osservatorio regionale per quanto riguarda i Comuni della provincia. C'è un gruppo di comuni (in maggioranza piccoli, ma anche medi e grandi) che la differenziata la fanno molto bene. Salendo oltre il 70%. In testa c'è Castello del Matese (83% di differenziata), seguita da Marcianise (80%), Galluccio, Parete e Santa Maria a Vico (77%), Cervino e Conca della Campania (76%), Rocchetta e Croce (75%), Arienzo e Trentola Ducenta (74%), Capodrise (73%), San Cipriano d'Aversa, Mignano Monte Lungo e Liberi (72%), Roccamonfina (71%). Sul versante invece della percentuale di rifiuti riciclati nelle prime posizioni ci sono Valle Agricola (68%), Trentola Ducenta (62%), Conca della Campania (61%), Santa Maria a Vico (60%), Parete (59%) e Arienzo (58%). In questi comuni si gioca una partita importante per il futuro: in un mondo che brucia risorse, non è più possibile infatti adottare un sistema di consumo «lineare»: si deve tendere alla cosiddetta «economia circolare», basata sul riciclo e sul riutilizzo. Naturalmente tenendo nel debito contro che la base per consentire questa trasformazione è la raccolta differenziata: ogni materiale, lavorato con processi ad hoc, consente di diminuire i rifiuti che finiscono in discarica. Si ha così un minore impatto sull'ambiente, un risparmio economico nella gestione e una valorizzazione degli «scarti» che crea nuovi settori produttivi e posti di lavoro.

E gli altri comuni maggiori? Aversa fa registrare il 46% di differenziata e il 36% di rifiuti riciclati, Marcianise rispettivamente l'80% e il 64%, Maddaloni il 31% e il 28%, Santa Maria Capua Vetere il 50% e il 41%, Mondragone il 44% e il 29%, Orta di Atella il 33% e il 27%, Castel Volturno il 32% e il 19%, San Nicola la Strada il 41% e il 31%, Sessa Aurunca il 53% e il 40%, Casal di Principe il 54% e il 43%. Ed ecco i comuni con il maggior quantitativo di rifiuti prodotti pro capite. Classifica con numerose curiosità: se infatti nel capoluogo la lancetta della bilancia si ferma a 489 chili per abitante, altrove la produzione è ben più consistente. A Cellole sale vertiginosamente fino a toccare quota 853 chili, mentre a Castel Volturno vengono raggiunti gli 817 chili. Niente male anche i numeri che vengono fatti registrare a Pastorano (600 chili di rifiuti per abitante), Tora e Piccilli (560), Gricignano (558), Aversa (551), Villa Literno (550), San Tammaro (523), Capua (501), Riardo (493) e Carinaro (490).
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