Il boss Setola «finto cieco», stangata sul medico compiacente: 10 anni e mezzo

Il boss Setola «finto cieco», stangata sul medico compiacente: 10 anni e mezzo
di Mary Liguori
Martedì 19 Febbraio 2019, 08:30
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Certificò la cecità del boss, la sua perizia gli fece ottenere i domiciliari, e Giuseppe Setola fu scarcerato. Gli diedero i domiciliari perché era incompatibile con la vita nel penitenziario. Andò a vivere a Pavia, nei pressi di una clinica privata dove avrebbe dovuto sottoporsi a cure oculistiche specifiche. Correva l'anno 2008 e Setola era in rotta di collisione con gli altri Casalesi. Il 18 aprile successivo la scarcerazione, «o cecato» scappò e iniziò la sua breve e sanguinaria latitanza. Mentr'era uccel di bosco, si lasciò alle spalle diciotto cadaveri. Stravolse le regole di raggiunta pax tra le varie fazioni della cosca e il territorio, ammazzò con un agguerrito gruppo di killer sei ghanesi a Castel Volturno per dare una lezione alla criminalità immigrata con la quale, però, le vittime non avevano alcun legame. La causa di tanto orrore fu, per i giudici di Santa Maria Capua Vetere, la perizia firmata dall'oculista pavese Aldo Fronterrè. Certificò la malattia agli occhi, la cecità, ma Setola ci vedeva benissimo.

 

Ieri per il dottor Fronterrè è arrivata la condanna in primo grado: dieci anni e mezzo. Era alla sbarra per concorso esterno in associazione mafiosa e false attestazioni all'autorità giudiziaria. Colpevole, secondo il collegio, anche il boss stragista, al quale sono stati comminati nove anni per simulazione di reato. Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Paolo Di Furia e Pasquale Coppola.

ACCUSE AI MEDICI DEL CARCERE
Il primo capitolo giudiziario della vicenda si è chiuso, tuttavia la Dda, rappresentata dal pm Alessandro Milita, ha da oggi nuovi spunti perché il collegio presieduto da Loredana Di Girolamo che ha giudicato colpevoli Fronterrè e Setola, ha inviato in Procura una serie di atti inerenti le certificazioni «a favore» che Setola ottenne nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Perizie risalenti al biennio 2004-2006. Il dispositivo getta ombre anche sulla direzione sanitaria del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. I giudici hanno infatti dichiarato «la falsità parziale del diario clinico di Setola in relazione alle certificazioni effettuate da due medici del carcere». Un nuovo inquietante scenario da approfondire alla base del bagno di sangue che la fuga di Setola scatenò.
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