Caserta: chiusi 300 negozi,
commercianti contro il Comune

Caserta: chiusi 300 negozi, commercianti contro il Comune
di Daniela Volpecina
Mercoledì 23 Ottobre 2019, 08:31
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Commercianti di corso Trieste e di parte del centro storico al collasso. «Non riusciamo più neanche a pagare il fitto dei locali». Un grido disperato quello lanciato dagli esercenti casertani che martedì prossimo scenderanno in strada per chiedere un intervento immediato del Comune. Tra le proposte la sospensione della zona a traffico limitato sul Corso, interventi di riqualificazione delle strade e dei marciapiedi, l'implementazione dell'arredo urbano, la riduzione del costo dei parcheggi, sgravi fiscali per chi investe nel centro storico e una modifica del piano traffico. «La nostra sarà una protesta democratica rassicurano ma incisiva».
 
Il sitin probabilmente bloccherà i flussi in entrata e in uscita dalla città per dimostrare alle istituzioni che cosa significa vivere in una città «chiusa alle auto». Una protesta che ha anche il sapore della provocazione. Il riferimento va infatti al dispositivo di pedonalizzazione che da circa dieci anni ormai è attivo sul corso Trieste. Ma non solo. Nel mirino della categoria ci sono infatti anche i dispositivi su via San Carlo, via San Giovanni, corso Giannone. «E' evidente che questa ztl, così come è stata strutturata, non ha prodotto alcun risultato positivo per la città fa notare Ciro Guerriero, presidente dell'associazione Caserta Kest'è e portavoce di un folto gruppo di commercianti né sul piano della salvaguardia ambientale, né su quello della tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza. Ha rappresentato soltanto un freno per l'economia e indebolito gli esercenti». «La mia famiglia fa notare Giovanni Sapone dell'omonima attività di via San Giovanni lavora nell'ambito del commercio dal 1898 ma mai avevamo vissuto una stagione tanto nefasta». Sono circa trecento i commercianti che hanno aderito alla mobilitazione di martedì, tra questi anche il titolare di un negozio cinese.

«Uniti contro la crisi e contro la ztl», questo sembrerebbe essere lo slogan della protesta. Si stima che siano circa 220 i negozi che hanno chiuso i battenti nel centro storico negli ultimi cinque anni. E numerosi altri abbasseranno la saracinesca a partire dal primo gennaio. Alcuni lasceranno loro malgrado perché sfrattati dai proprietari dei locali. «Ci sono commercianti spiega Guerriero che non pagano il canone di locazione da quasi due anni ormai. E altri che si sono indebitati per poter far fronte al fitto. In entrambi i casi le attività sono destinate a morire».

Tra i negozi già chiusi se ne contano ventisette in via San Giovanni, una decina in via Mazzini, più di cinquanta in corso Trieste ma è possibile scorgere numerose insegne spente anche in via Sant'Agostino, via San Carlo, via Vico, via Pollio, via Crispo e via Don Bosco. Per i commercianti le cause della crisi sono molteplici anche se la ztl è considerata la prima responsabile del calo degli incassi che, per alcuni, avrebbe superato addirittura il 70 per cento. A ciò, secondo la categoria, si aggiungono, nell'ordine, un piano traffico che devia i flussi in uscita dalla città invece di accoglierli, la concorrenza dei centri commerciali, l'assenza di servizi in grado di supportare la ztl e di eventi che rendano appetibile il centro storico ma anche il degrado in cui versano alcune strade, è il caso tra le altre di via Vico e di parte del corso Trieste, e il costo eccessivo dei parcheggi. Dall'amministrazione comunale è arrivata intanto la proposta di convocare, entro una settimana, un tavolo aperto a tutte le associazioni di categoria per analizzare le istanze e valutare il da farsi alla luce dei cambiamenti avvenuti in città negli ultimi dieci anni.

 
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