Lavori nell'ex canapificio di Caserta,
i centri sociali ricevuti in Regione

Lavori nell'ex canapificio di Caserta, i centri sociali ricevuti in Regione
di Daniela Volpecina
Martedì 7 Maggio 2019, 12:00
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Vertenza ex Canapificio, fissato l'incontro in Regione. Dopo cinquanta giorni di attesa, gli operatori del centro sociale, posto sotto sequestro dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere il 12 marzo scorso per inagibilità, sono finalmente riusciti ad ottenere un confronto con il vice presidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, che li riceverà oggi pomeriggio a Napoli. Sul tavolo tre richieste relative ai tempi e alle modalità di intervento programmate dall'Ente, proprietario dell'immobile, per riqualificare la struttura e rinnovare il comodato d'uso con il centro sociale.
 
«All'assessore Bonavitacola spiega Mimma D'Amico, tra i fondatori dell'ex Canapificio chiederemo un cronoprogramma delle opere di messa in sicurezza con la speranza che questi lavori partano subito e si concludano in tempi certi. E soprattutto chiederemo il rinnovo del comodato d'uso subordinato ai lavori di ripristino. E' da quasi due mesi oramai che viviamo in un limbo, senza avere dalle istituzioni né garanzie, né certezze per il futuro. Ed è dal 2015, da quando cioè è scaduto il nostro comodato d'uso, che sollecitiamo una presa di responsabilità. Che non c'è mai stata. Diversamente da quanto dichiarato da alcuni tecnici e funzionari della Regione, il centro sociale si è sempre impegnato affinché la struttura potesse riacquistare una dignità strutturale ed essere degna della funzione sociale da noi rappresentata. Lo testimoniano le nostre numerose lettere inviate alla Procura, all'Avvocatura della Regione, alla Prefettura, al Comune, alla Caritas e ai numerosi uffici della Regione. Fatto sta che, dopo anni di nostre sollecitazioni e tentennamenti amministrativi, la Procura, avendo riscontrato un pericolo di crollo nella struttura, ha apposto i sigilli, per tutelare la nostra incolumità.

Viene da chiedersi come mai nei numerosi sopralluoghi, predisposti dalla Regione nel periodo compreso tra il 2015 e il 2018, queste carenze strutturali e questi pericoli non siano mai emersi. Eppure insiste D'Amico - come testimonia la documentazione in nostro possesso, eravamo stati proprio noi operatori a sottolineare che lo stabile presentava criticità strutturali. E non una volta sola. Ci siamo persino offerti di accollarci i costi della ristrutturazione ma nemmeno questo è servito a smuovere gli Enti dal loro immobilismo».

Tra le richieste che il centro sociale oggi porrà sul tavolo della Regione anche la possibilità di usufruire di un piccolo lotto dell'Ex Canapificio, che non è stato sottoposto a sequestro, come sede temporanea. «Dal giorno del sequestro racconta Mimma D'Amico stiamo svolgendo le nostre attività in parte in strada e in parte nelle sedi di ben dieci associazioni che ci hanno messo a disposizione gratuitamente i loro spazi. La loro disponibilità, per ovvie ragioni, è tuttavia a tempo determinato. Speriamo pertanto che le istituzioni, anche se con grande ritardo, si facciano carico di soluzioni provvisorie. E' sconfortante infatti notare che, a distanza di due mesi, nessun atto amministrativo è stato posto in essere per la risoluzione del problema o almeno per garantire la continuità di questa esperienza». Il centro sociale ex Canapificio gestisce il progetto Sprar (di cui il Comune di Caserta è l'Ente capofila e che è oggetto di un'altra indagine della magistratura sammaritana per quanto riguarda il corretto uso dei fondi) per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo più grande della Campania. Sono circa duecento le persone che stanno seguendo un percorso di inclusione sociale bilaterale che si avvale di corsi di italiano, tirocini formativi finalizzati all'assunzione, partecipazione e collaborazione nello svolgimento di attività sociali quali il Piedibus (destinato a circa duecento alunni di cinque plessi scolastici), la riqualificazione urbana dei rioni popolari e delle villette comunali, i percorsi educativi per i bambini. Ma non solo. I locali di viale Ellittico ospitavano infatti anche lo sportello per il reddito.
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