Il dramma di Gabriel annegato
in piscina dietro la morte di Pio

Il dramma di Gabriel annegato in piscina dietro la morte di Pio
di Mary Liguori
Sabato 8 Settembre 2018, 12:00
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La morte di Gabriel Santon, diciassettenne nigeriano affogato in una piscina di Casertavecchia il 12 giugmo scorso l'aveva sconvolto. Mario Pio apprese come tutti gli altri operatori del centro gestito dalla coop «Mongolfiera» di San Prisco che il ragazzo era morto, annegato, e da quel momento qualcosa dentro di lui si era rotto.

«Non si può morire così, non si può», ripeteva spesso. Un incidente, secondo la Procura, la morte del giovanissimo immigrato che però aveva lasciato uno strascico di dubbi. E che aveva profondamente turbato Mario Pio che poco dopo quell'episodio decise di licenziarsi dal lavoro. Due storie tragiche che si sono incrociate e che forse sono slegate. Due vicende drammatiche che però, al di là di cosa diranno le indagini, non lasciano indifferenti. Perché, prima di scappare di casa, Mario Pio ha detto a un amico di essere a conoscenza di qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Qualcosa che lo preoccupava, dalla quale si sentiva minacciato. Storia non ancora chiarita, forse la verità è molto meno intricata di come appare raccontando i fatti e il loro fatale epilgo, ma se il punto di rottura nella vita di Mario Pio è stata la morte dell'adolescente ospite della casa famiglia in cui prestava servizio, tra i dubbi da tenere in considerazione c'è quello che Mario possa aver visto qualcosa che «non doveva vedere» in merito alla fine del ragazzino.

Solo ipotesi, forse senza basi, che però lasciano tanto amaro in bocca per due vite spezzate proprio mentre stavano sbocciando alla maturità.
 
Mario Pio, ormai la Procura sta per chiudere il cerchio, forse non è stato istigato al suicidio, il fascicolo potrebbe venire archiviato in tempi strettissimi, ma chi lo conosceva è convinto che qualcosa nella sua storia, nei suoi ultimi giorni di vita, non torna. Perché ha preso il porto d'armi, è andato a tirare al poligono, poi ha comprato una Beretta si è sparato in bocca. Tutto in due giorni. Senza lasciare un biglietto alla mamma o al papà, né alla fidanzata, dalla quale si è però congedato con una frase che solo dopo il ritrovamento del cadavere ha acquisito senso.

La vita di Mario Pio Zarrillo potrebbe essere finita qualche minuto dopo che le telecamere lo hanno filmato mentre, in via San Francesco a Marcianise, s'allontanava dall'auto del papà con lo zaino in spalla. Erano le 22.30 de 31 agosto. Lo hanno ritrovato morto i carabinieri martedì pomeriggio mentre tutta la città prendeva parte alle ricerche e si stringeva intorno ai suoi familiari. Il suicidio di un giovanissimo non è purtroppo un caso raro, ma strane sono le circostanze che sono venute alla luce dal momento in cui Mario Pio è scomparso. Strana la sequenza dei suoi movimenti. Stranissima e allarmante la frase che ha confidato al suo amico poco prima di uccidersi. Saranno gli inquirenti a stabilire se bisogna ancora indagare o se la verità è già chiara e non c'è da continuare ad approfondire. In ogni caso, resteranno l'inconsolabile amarezza della famiglia, degli amici di Mario Pio, e più di un dubbio su cosa è successo di tanto sconvolgente da indurre un ragazzo di soli 22 anni a togliersi la vita.
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