Libera lady Belforte, tra le poche donne
al carcere duro: in cella accanto alla Lioce

Libera lady Belforte, tra le poche donne al carcere duro: in cella accanto alla Lioce
di Marilù Musto
Martedì 29 Ottobre 2019, 11:09 - Ultimo agg. 12:37
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È libera da venerdì Concetta Zarrillo. Per lei i magistrati hanno imposto solo un obbligo di firma, una misura di prevenzione personale blanda, ma necessaria, dopo otto anni di carcere. Lei, Concetta, è la fedelissima moglie di Salvatore Belforte, capoclan pentito del gruppo di camorristi di Marcianise, ora uscito dal programma di protezione, ma ancora dichiarante.

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Da venerdì scorso la Zarillo, è da ritenersi libera come l'aria, ma non si sa se sia tornata a Marcianise. È uscita dalla casa circondariale dopo un periodo lungo di detenzione. Ci era entrata, in carcere, in seguito a un'inchiesta per l'intimidazione al manager di Oromare, valsa la condanna al marito. Nel 2013 il ministro della Giustizia aveva anche firmato, per lei, l'ordine di detenzione con regime del carcere duro. Il 41 bis era stato un colpo basso per la leonessa Concetta.
 
 


Era sprofondata nell'inferno più profondo del carcere, dove ci sono donne accusate di crimini gravissimi. Accanto alla sua cella, nel carcere di massima sicurezza de L'Aquila, ad esempio, pare ci fosse la terrorista Nadia Desdemona Lioce, componente delle nuove Brigate Rosse coinvolta in una sparatoria sul treno nel 2003 in cui morì un poliziotto. In tutta Italia, sono circa dieci le donne sottoposte al carcere duro. E Concetta era fra queste.

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Intanto, appena uscita, è arrivata per lei, ma anche per il marito, un avviso di conclusione delle indagini per un abuso. Il boss e la moglie sono attesi in tribunale a Santa Maria Capua Vetere  per una piscina abusiva scoperta nella loro villa confiscata due anni fa dalla Dda di Napoli a Capodrise. Entrambi devono rispondere di abuso edilizio dinanzi al giudice Camerlengo per la costruzione di una piscina hollywoodiana nella villa di via Grosseto a Marcianise costruita senza alcun permesso edilizio. L'abusivismo edilizio era stato scoperto proprio dopo la confisca del bene.
 
 

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Nella buona e nella cattiva sorte Salvatore Belforte e Concetta Zarrillo di Marcianise erano entrati nel clan da sposi ed avevano varcato la soglia del carcere mano nella mano. Entrambi al 41bis. Amore e manette oltre le sbarre. Ora, però, lui è ascoltato nei processi in veste di dichiarante, ma non ha alcun beneficio dal Ministro dell'Interno. All'inizio la moglie non aveva seguito le orme del marito. Così come i figli. Da oggi, lei con il marito dovrà difendersi dall'accusa più blanda di abusivismo edilizio per la costruzione ella piscina.
 

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