Maddaloni, paziente muore, furia parenti minacce a medici e danni

Sanitari costretti a blindarsi nei reparti, carabinieri all'ospedale

Maddaloni, paziente muore, furia parenti minacce a medici e danni
Maddaloni, paziente muore, furia parenti minacce a medici e danni
di Giuseppe Miretto
Lunedì 4 Dicembre 2023, 09:03
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Le proteste e le invettive contro il personale sanitario non risparmiano nemmeno il Covid Hospital. Muore in ospedale e i parenti sfogano tutta la loro rabbia contro il personale di guardia. Medici, infermieri, operatori socio-sanitari, sabato pomeriggio, hanno vissuto momenti difficili. Anziano, ricoverato da meno di una settimana nel reparto di pneumologia a causa di una seria complicanza respiratoria è stato trasferito nel reparto di rianimazione in condizioni critiche. Fin qui, l'evoluzione di un quadro clinico complesso. Ma alla notizia del suo decesso, c'è stata l'irruzione dei parenti che hanno danneggiato suppellettili e materiale sanitario dei reparti di Pneumologia e Terapia intensiva.

Un gruppo di persone ha inveito contro il medico di turno. Parte del personale in servizio è stato costretto a barricarsi. Per parenti amici e congiunti, quella morte, dopo diversi giorni di alti e bassi e momenti critici, sarebbe incomprensibile. Ed è così, che sono state colpite le porte tagliafuoco. Sono volate suppellettili e sedie.
Alla fine, l'intervento dei carabinieri ha permesso di riportare la calma.
Identificati gli autori dell'insano gesto.

La direttrice sanitaria Patrizia Vestini sull'accaduto ha redatto un minuzioso verbale sui danni causati, le minacce e le invettive rivolte ai dipendenti e sul caso clinico contestato.

In questi giorni decisivi per la riconversione del Covid Hospital, quanto è accaduto ha scosso molto gli operatori per le minacce rivolte al personale e lo sfogo sulle attrezzature ospedaliere. Si aspetta una presa di posizione dei sindacati a tutela della sicurezza suoi luoghi di lavoro e dell'incolumità del personale. Il fatto che è stato danneggiato il Covid Hospital locale ha lasciato di stucco tutti, soprattutto il sindaco.

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«Non commento e non ho elementi per entrare nel merito - dice il sindaco Andrea De Filippo - del caso clinico e tantomeno della sua evoluzione. Rilevo, con rammarico, invece l'ennesima aggressione ai dipendenti ospedalieri, che sono sottoposti quotidianamente a questo tipo di reazioni da parte dei parenti di degenti. Quello che non bisogna fare è fare finta di niente e minimizzare. Agli operatori esprimo la mia solidarietà. Anche questo ennesimo episodio, su cui faranno luce le forze dell'ordine, dimostra quanto sia necessario implementare e potenziare i servizi sanitari territoriali che attualmente sono sottodimensionati creando seri disagi sia agli operatori che all'utenza».

È quello che il primo cittadino dirà, questa mattina, al manager dell'Asl Amedeo Blasotti e ad Aniello Sacco che guida la "commissione tecnica sulla riconversione del Covid Hospital".
Oggi, dopo mesi di polemiche e attese, è il giorno delle risposte al patto, sancito nel marzo 2020 nel pieno della pandemia montante e sotto la spinta emotiva, finalizzato al ripristino dei servizi ordinari del nosocomio alla fine dell'emergenza.
«Il fatto che sia in atto - annuncia Claudio Marone, medico di lungo corso e assessore alla sanità- la riconversione del blocco chirurgico e di due delle tre sale operatorie, utilizzate come aree di terapia intensiva a pressione negativa, è segno delle riattivazione della chirurgia. Adesso, aspettiamo il programma di reintegro del personale, le date di riattivazione dei servizi di urgenza/emergenza e il cronoprogramma dei lavori del nuovo Pronto soccorso e dell'adeguamento sismico».
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