Prete hot, martedì l'interrogatorio: la Procura cita anche il vescovo

Prete hot, martedì l'interrogatorio: la Procura cita anche il vescovo
di Marilù Musto
Lunedì 26 Febbraio 2018, 09:04 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 12:49
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La messa per le famiglie, poi il ritiro al santuario. Preghiere, meditazioni e soprattutto silenzi hanno segnato la seconda domenica di Quaresima nel tempio mariano «Mia Madonna, mia salvezza» di San Cipriano d’Aversa. Eppure, nella piccola cappella del piano sotterraneo del tempio, don Michele Barone avrebbe «confessato» le donne - che cercavano conforto - toccandole, praticando riti di purificazione inventati di sana pianta, imponendo atti sessuali. Intorno, ancora silenzi. Come quelli di ieri. Nessuno si è mai accorto di nulla nel tempio benedetto da papa Giovanni Paolo II nel 1992 e sede di un ordine religioso non autorizzato dalla chiesa. Proprio lì, nel cuore dell’agro aversano, all’interno della struttura, vivono circa 20 «sorelle» che indossano abiti grigi.

I loro voti vengono rinnovati ogni anno, il 2 febbraio, ma non possono diventare suore. «Non fanno parte di un ordine monacale, ma di un’associazione religiosa», spiega don Francesco Riccio dalla curia di Aversa. Nel reparto maschile viveva don Michele, arrestato per violenza sessuale ai danni di donne e maltrattamenti nei confronti di una ragazzina di 13 anni, affetta da un disturbo di conversione, ma «curata» dai riti praticati da don Michele con il benestare dei genitori. L’inchiesta che ha portato alla luce il caso della bambina, ha squarciato un velo. E ora spuntano, ogni giorno, nuove testimonianze e accuse al sacerdote di Casapesenna. «Don Michele ha costretto le vittime a subire abusi - si legge nell’ordinanza del giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - in una occasione si era tolto la tunica restando nudo e aveva costretto F.S. a praticare sesso orale».
 
Ieri, un’altra rivelazione da una vittima alla trasmissione Le Iene: «Oltre a Giada (nome di fantasia della bambina di 13 anni) ci sono state altre quattro che subivano esorcismi, alcune sui 15-16 anni», racconta F.S., la prima delle ragazze a denunciare le violenze. «Lui sazia la sua carne con atti sessuali. Gli piaceva toccare, ma ha fatto anche qualcosa di più grave. A me». «Nei confronti di R.C. venivano praticati riti medievali - scrivono i magistrati - le “benedizioni” prevedevano che il sacerdote tirasse i capelli e le orecchie alle donne, le faceva posizionare in ginocchio e con la testa a terra, calpestando la testa con i suoi piedi». Don Michele avrebbe inoltre costretto da donna a ingoiare olio e acqua santa mescolando l’acqua con la sua saliva e, infine, le avrebbe sputato in bocca aprendo le labbra con forza quando questa si rifiutava di ingoiare. Lo faceva perché, stando al racconto, la ragazza «era governata dal demonio». Basito il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, citato nell’ordinanza del giudice solo perché ripreso dalla telecamera nascosta delle Iene.

«È qualcosa di inimmaginabile per noi, don Barone era stato già ammonito dal vescovo il 19 dicembre. Ora, dopo la sospensione e il suo arresto, non escludiamo altri provvedimenti da parte della curia», continua il portavoce della curia, don Francesco Riccio che ieri è stato informato dalla Procura dei provvedimenti intrapresi nei confronti del sacerdote. Intanto, martedì è previsto l’interrogatorio di garanzia per don Michele. I racconti delle «seguaci della setta pseudoreligiosa» pesano come macigni: don Michele avrebbe dato «pugni in bocca alla bambina di 13 anni e le avrebbe fatto uscire del sangue». Secondo la Procura, il sacerdote di 42 anni avrebbe generato «nelle giovani donne la convinzione di essere possedute dal demonio», sottoponendole «a trattamenti disumani e lesivi della dignità». Le vittime sarebbero state costrette a subire numerosi atti sessuali, «palpeggiamenti in zone erogene, denudazione e l’aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante». «Daremo una risposta giudiziaria adeguata a tutto ciò», controbatte il suo legale, Carlo Taormina.
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