Sconcerto, sorpresa, costernazione. Sono questi i sentimenti con cui la piccola comunità di Cellole ha reagito alla notizia del ritrovamento di un cadavere carbonizzato in via Pietre Bianche a Baia Domizia. Un sentimento al quale si è unita una profonda tristezza quando sono iniziate le indiscrezioni sul nome della possibile vittima, Pietro Caprio, cinquantotto anni, padre di due figli, docente di educazione fisica all'istituto comprensivo Antonio Sebastiani di Minturno, nessun precedente penale alle spalle. Potrebbe essere il suo il corpo carbonizzato trovato dai carabinieri di Sessa Aurunca nelle prime ore della mattinata di ieri, in una zona isolata e frequentata sembra da coppiette.
L'utilitaria date alle fiamme e nel cui abitacolo è stato trovato l'uomo senza vita è intestata alla madre del docente, un'ottantatreenne di Cellole. Lui al momento risulta irreperibile anche se non è stata presentata nessuna denuncia di scomparsa. Per accertare l'identità della vittima occorrerà attendere l'esito degli accertamenti necroscopici sui resti e l'esame del Dna. Con il passare delle ore, però, cresce negli inquirenti la convinzione che possa trattarsi proprio di lui. Gli amici e i conoscenti lo descrivono come una persona tranquilla, riservata. «Non aveva problemi con nessuno, era estraneo ad ambienti criminali e alla malavita.
Decine di giovani hanno conseguito il diploma di assistente di salvamento e lavorato nei mesi estivi grazie alla cooperativa del professore. Lo sport, in particolare quelli acquatici, era la sua passione. Era coordinatore tecnico per il nuoto agonistico e maestro di salvamento della Federazione Italiana Nuoto, oltre che istruttore federale di vela. «Una brava persona, a parte alcune vicissitudini familiari», è il ricordo del parroco don Lorenzo Langella. «Questo efferato delitto mi lascia sgomento, incredulo. Per la mia conoscenza del territorio mi sento di escludere si tratti di un qualcosa connesso con la criminalità organizzata».
Del resto, a Cellole si ricorda solo un precedente simile, nel 1990: l'omicidio del boss Alberto Beneduce ritrovato carbonizzato insieme al suo guardaspalle nel bagagliaio di un auto. Don Lorenzo poi aggiunge: «Rimango nella linea dell'assoluta banalità del male e di quanto poco valore abbia oggi la persona umana sul "mercato" della vita. I processi imitativi delle modalità mafiose si stanno sdoganando in quelle che sono le normali relazioni familiari e amicali per effetto di una propaganda mediatica della violenza come normale, idiota, bruta maniera di risolvere i conflitti».
Il sindaco Guido Di Leone è stato a lungo con i carabinieri e ha annullato la cerimonia per la Giornata dell'Unità Nazionale, prevista per il pomeriggio di ieri. Per gli inquirenti sarà ancora più difficile capire le cause del delitto perché Pietro Caprio, se sarà confermato che è lui la vittima, è da tutti considerata una persona perbene. Come tutta la sua famiglia, sempre presente nelle attività sociali e culturali. La madre, una collaboratrice scolastica in pensione, è la regina del Carnevale di Cellole e ancora partecipa alla sfilata. Collabora nell'organizzazione delle sagre e delle feste popolari, assieme alla figlia, e dà una mano per preparare i guanti, un tradizionale dolce augurale distribuito in occasione dei matrimoni. Insomma, la tragedia lascia tutti con il fiato sospeso.