Sos parrucchieri a Caserta:
col Covid sono aumentati abusivi

Sos parrucchieri a Caserta: col Covid sono aumentati abusivi
Martedì 4 Agosto 2020, 11:27
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Con l'emergenza Covid, ha raggiunto punte del 50% la piaga dell'abusivismo commerciale nel settore dei parrucchieri e acconciatori della provincia di Caserta. Per questo la categoria lancia un allarme alla prefettura e alle forze dell'ordine. Secondo la Confcommercio di Caserta, che si basa sulle segnalazioni ricevute anche durante la quarantena, sarebbero migliaia infatti gli esercenti abusivi che operano indisturbati in tutto il territorio provinciale in barba a qualsiasi norma sulla sicurezza e soprattutto mettendo a rischio la salute propria e anche quella delle clienti. Un fenomeno preoccupante che rischia di innescare un circolo vizioso con conseguenze drammatiche per l'intera categoria; in tanti infatti rischiano di dover chiudere i battenti o, peggio, potrebbero decidere di fare ricorso a prestiti usurai pur di sopravvivere. «La situazione è drammatica - denuncia Vincenzo Marzuillo, presidente di Federparrucchieri - abbiamo perso il cinquanta per cento dei clienti, non è più possibile soprassedere. Occorre un intervento mirato e una presa di posizione forte da parte delle autorità. Speriamo di poter intravedere al più presto degli spiragli in questa battaglia difficile ma fondamentale per il futuro della categoria».

«Lo Stato pretende tanto da noi in termini di tasse e controlli - fa notare Giuseppe Masella, delegato di Federparrucchieri per il territorio di Maddaloni - esigiamo che gli stessi controlli e le stesse attenzioni vengano riservate agli abusivi che stanno erodendo una grossa fetta di mercato e a quei clienti che, alimentando le attività irregolari, contribuiscono a danneggiare tutti coloro che lavorano onestamente». Tra gli abusivi, fanno notare Confcommercio e Federparrucchieri, figurano ex titolari di coiffeur che, messi in ginocchio dal lockdown, non sono riusciti a riaprire i loro saloni e hanno iniziato a lavorare in nero a domicilio, oppure dipendenti in cassa integrazione che arrotondano andando a casa delle clienti. E poi ci sono saloni e centri che sono aperti pur non avendo i requisiti richiesti dalla legge; e parrucchieri improvvisati che allestiscono l'attività nei garage e nei sottoscala. Infine ci sono gli irregolari storici, quelli che lavoravano abusivamente già prima del lockdown e che durante la quarantena hanno visto crescere il numero degli appuntamenti, complice la chiusura e lo stop forzato di tutti i coiffeur. L'allarme è anche per i prezzi praticati dagli abusivi, che sono ovviamente più bassi di chi svolge regolarmente il proprio lavoro, paga le tasse e sostiene i costi dell'attività in un momento di grande crisi economica. 
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