Violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, pm chiede condanne per due agenti penitenziari

La richiesta durante il rito abbreviato

In corso il rito abbreviato per le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
In corso il rito abbreviato per le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
Martedì 14 Febbraio 2023, 13:32 - Ultimo agg. 16:48
3 Minuti di Lettura

Prime richieste di condanna per gli agenti della Penitenziaria imputati nel processo per i pestaggi dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020 per sedare una rivolta. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha infatti chiesto sei anni di reclusione per l'agente Angelo Di Costanzo e tre anni e otto mesi per l'agente Vittorio Vinciguerra, imputati per i reati di lesioni, abuso di autorità e tortura; per Vinciguerra la tortura è stata contestata in relazione ad un episodio avvenuto il 10 marzo 2020, ovvero quasi un mese prima dei pestaggi.

I due poliziotti penitenziari sono stati gli unici a scegliere la strada dell'abbreviato, rito che comporta uno sconto di pena in caso di condanna ma non permette l'acquisizione di nuove prove e si basa solo su quelle raccolte durante le indagini; altri 105 imputati, tra agenti, funzionari del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e medici dell'Asl, stanno invece sostenendo il processo con rito ordinario che si sta svolgendo nell'aula bunker (prossima udienza l'8 marzo) annessa al carcere delle violenze, la stessa dove si sta celebrando il processo abbreviato.

Video

Contro i due agenti si sono costituite come parti civili decine di detenuti vittime dei pestaggi; e come nel processo ordinario, anche per questo abbreviato il Ministero di Grazia e Giustizia compare nella doppia veste di parte civile, legittimato dunque a chiedere un risarcimento ai due agenti, e di responsabile civile, che in teoria potrebbe essere chiamato a risarcire alle altre parti civili i danni nel caso in cui i due poliziotti, suoi dipendenti, non avessero le risorse per pagare dopo l'eventuale condanna.

Video

Nel corso del processo è inoltre emersa una storia inquietante. Entrato il dieci marzo al carcere di Santa Maria Capua Vetere, proveniente dal penitenziario di Velletri dove c'era stata una protesta per il Covid appena esploso, fu immediatamente picchiato, subendo pestaggi per giorni, fino al successivo sei aprile, quando avvenne «l'orribile mattanza». Il 30enne marocchino Fakhri Marouane (difeso dall'avvocato Lucio Marziale) è stato probabilmente il primo detenuto punito «in modo esemplare» a Santa Maria Capua Vetere per le proteste anti-Covid che tra marzo e aprile 2023 scoppiarono un pò in tutte le carceri italiane, facendo registrare anche dei morti.

Fakhri si è costituito parte civile sia in questo procedimento che nel processo ordinario a carico dei 105 tra agenti penitenziari, funzionari del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e medici dell'Asl.

Ma proprio nelle udienze dell'abbreviato ha raccontato di ciò che ha subito dal dieci marzo 2020 al sei aprile al carcere casertano, fatti che ancora destano in lui un reale terrore; dopo la «mattanza», il 30enne fu trasferito al carcere di Pescara, e lì ha fatto un percorso rieducativo concreto, diplomandosi e ottenendo la semilibertà. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA