È giunta l’ora di Pinocchio. In uno dei luoghi più popolari di Napoli, piazza Mercato: stavolta l’arte contemporanea si allontana dalla vetrina ed entra nell’anima cittadina. Dopo montagne di sale e «capuzzelle» al Plebiscito, Veneri in stracci e Pulcinella rivisitati al Municipio, arriva la creatura di Collodi nelle forme di una scultura in bronzo di 4 metri, un’opera che mima la porosità del legno e raffigura il più celebre burattino della letteratura nel momento del passaggio da ciocco di legno a marionetta. L’ha realizzata Marcello Jori (Merano, 1951), attivo dagli anni Ottanta e figura poliedrica: pittore, scrittore, scultore e autore di libri d’arte. Il titolo è un programma, pur nella sua brevità, «Oh!». Vuole evocare meraviglia, la stessa provata dall’artista al cospetto di Napoli, viene spiegato.
Presentata ieri pomeriggio, Jori ha concepito espressamente per la città l’opera che resterà in piazza Mercato fino al 5 ottobre, nell’ambito del cartellone di «Napoli contemporanea 2025». Un programma di installazioni urbane, all’aperto e fruibili a tutti gratuitamente, voluto dall’amministrazione che fa capo a Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale, entrambi presenti all'inaugurazione.
Pinocchio potrebbe essere una scelta che mette d’accordo tutti, per la sua natura, o per la scelta di una raffigurazione a suo modo tradizionale del burattino senza fili (chissà che cosa ne pensa un esperto come Edoardo Bennato, il più grande rinnovatore dell’epos collodiano), oppure è una bugia, dipende dal fatto che ancora non l’ha vista nessuno, se non i – pochi - partecipanti al taglio del nastro, tra cui alcuni bambini della zona, dall'aria contenta alla vista della scultura.
Ma si sa, la storia dell’arte contemporanea pubblica partenopea è controversa, caratterizzata da incidenti, polemiche e dibattiti, diversi dei quali studiati ad arte per promuovere gli interventi. Pensiamo solo agli ultimi: la «Venere degli stracci» di Michelangelo Pistoletto che nel 2023 andò in fiamme per mano di un clochard e che venne ricostruita dopo una colletta cittadina e ricollocata a piazza Municipio, dove poco tempo dopo – autunno 2024 - fece il giro del mondo la famigerata falloforia di Gaetano Pesce, quel Pulcinella ridotto all’essenza di un cappello su una colonna in cui diversi videro un beffardo pene; e la settimana scorsa non sono mancati i veleni su «Chi sei, Napoli?» del francese Jr, un gigantesco collage fotografico allestito sulla facciata del duomo che ritrae 606 volti di napoletani tra i quali, oltre a Manfredi, Roberto Saviano e Franco Ricciardi, si intravedono minori in scooter, a tre e senza casco.
Si è discusso di tutto, dell’estetica delle opere, del messaggio che lanciavano e anche dei luoghi scelti. A proposito, chissà se accontenterà o meno critica e non addetti ai lavori la decisione di porre «Oh!» in piazza Mercato, location simbolica della Napoli verace, crocevia di traffici e comunità nella storia, il palcoscenico di feste popolari che nel 1974 ospitò «Masaniello» di Elvio Porta e Armando Pugliese con musiche di Roberto de Simone e in scena Mariano Rigillo e Lina Sastri.
È la prima volta che un’opera viene installata nella piazza: «L’obiettivo di “Napoli contemporanea” è creare una relazione tra l’intervento artistico e la città, contribuendo ad innescare processi di riqualificazione urbana. Nell’ottica di una Napoli policentrica è stato individuata la piazza su cui l’amministrazione, anche tramite eventi musicali e teatrali, sta puntando molto», commenta Trione che dà appuntamento alla prossima tappa del programma, il 5 giugno con «Silent hortense», dell'artista catalano Jaume Plensa, a piazza Municipio, per un ritorno negli spazi centrali della città.
All’installazione di «Oh!» hanno partecipato alcune realtà della zona che lavorano al contrasto al ritardo socioculturale: «L’installazione apre il cuore alla speranza. Piazza Mercato, grazie alla sinergia tra il Comune e le realtà del territorio, rinasce con un simbolo legato al mondo dell'infanzia» dicono Antonio Roberto Lucidi, vicepresidente di Altra Napoli, e Gianfranco Wurzburger, presidente di AssoGioca. Manfredi è soddisfatto dell’opera: «Eventuali polemiche sono ben accette, aiutano a promuovere la città». Trova il tempo per parlare del San Carlo di cui stamattina verrà presentata la prossima stagione: «Un programma di prestigio, in attesa della nomina del prossimo sovrintendente che avverrà presto. Aspettiamo anche le nomine del consiglio di indirizzo del Massimo napoletano: il rappresentante di Città metropolitana verrà annunciato a giorni, attendiamo i due designati dal ministero della Cultura».