Manovra, 3,5 miliardi di risparmi tra pensioni e Reddito: per gli statali lo scivolo partirà solo da luglio

di Andrea Bassi
La manovra del governo fatica ancora a trovare una sua
configurazione definitiva. Ieri non sono bastate due riunioni fiume
alle quali hanno partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe
Conte, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il Ragioniere
generale dello Stato, Daniele Franco, la viceministra Laura
Castelli, il viceministro Massimo Garavaglia e il sottosegretario
al lavoro Claudio Durigon, a sciogliere i nodi. L'accordo
raggiunto fino ad ora, prevede che il maxi-fondo da 16 miliardi per
finanziare Reddito e riforma delle pensioni «Quota
100», venga tagliato di 3,5 miliardi. Lo 0,2% del Pil. Oltre
né Matteo Salvini e neppure Luigi Di Maio, vogliono andare.
Anzi. Il leader della Lega ha chiesto ai suoi uomini di non
annacquare troppo la riforma delle pensioni. Sugli statali, per
esempio, ha imposto che il ritardo massimo nell'uscita
anticipata rispetto ai privati fosse di tre mesi. Insomma, il primo
dipendente pubblico il prossimo anno potrà andare in
pensione «Quota 100», ossia con 62 anni di età e
38 di contributi, il primo luglio e non il primo ottobre come nella
proposta arrivata ieri sul tavolo di Palazzo Chigi. Una decisione
che ha costretto i tecnici a rifare rapidamente i conti dei
risparmi della misura che sarebbero scesi ben al di sotto dei 2
miliardi.
Martedì 11 Dicembre 2018, 11:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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