Napoli, il giallo della Whirlpool: tutti i punti oscuri sui nuovi acquirenti

Napoli, il giallo della Whirlpool: tutti i punti oscuri sui nuovi acquirenti
di Valerio Iuliano
Venerdì 20 Settembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:55
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La procedura di cessione del ramo di azienda dello stabilimento Whirlpool di via Argine è già stata avviata. Ma sulla società elvetica che dovrebbe rilevare la vecchia fabbrica di lavatrici, fondata nel 1949, gravano molti punti interrogativi. Non è escluso che dalla Passive Refrigeration Solutions (Prs per abbreviazione) possa scaturire finalmente un progetto vincente per Napoli, attraverso la produzione di container refrigerati. Tutti se lo augurano, in un quadro di desertificazione industriale sempre più evidente. Ma è indiscutibile che l'operazione presenti oggi dei veri e propri buchi neri.
 
Secondo Whirlpool, l'operatore adatto per realizzare la nuova missione del sito è «PRS, una società leader nel settore della termodinamica finalizzata alla conservazione e al trasporto intermodale di prodotti deperibili, che ha sviluppato un brevetto unico nel campo dei container refrigerati. PRS ha elaborato un progetto di riconversione che individua nello stabilimento una struttura idonea alla produzione di sistemi di refrigerazione passiva». Al di là dei tecnicismi, la società svizzera dovrebbe produrre a via Argine frigoriferi speciali capaci di conservare più a lungo prodotti alimentari facilmente deteriorabili, come, ad esempio, la frutta e la verdura. Fin qui tutto chiaro. Non è il caso, forse, di avanzare dubbi sulle probabilità di successo dell'impresa, anche se paiono legittime le riserve sull'idoneità di un'area che, per decenni, è stata utilizzata per ben altre produzioni.

Che cosa produce attualmente la società candidata ad acquisire il ramo d'azienda della corporation statunitense? Tra le poche informazioni disponibili, non risultano attività produttive realizzate da Prs, né ora né in passato. Prs è una società fondata nel 2012 con sede a Lugano, controllata da una fiduciaria di cui non si conoscono i finanziatori. Del consiglio di amministrazione fanno parte Alberto Ghiraldi, Rodolphe Schmid e Secondo Pradella. Mentre non sono disponibili informazioni sull'assetto proprietario dell'azienda.

Quella di Ghiraldi è una storia imprenditoriale non molto rassicurante. Già nel 2006, da presidente della Nomos, una piccola azienda lombarda, Ghilardi presenta in Polonia un nuovo prodotto teconologico. Si tratta proprio della Prstm, una tecnologia innovativa per il trasporto e la conservazione di prodotti deperibili. L'iniziativa fallì in pochi mesi. Qualcosa di molto simile - o forse la stessa cosa - a quei container refrigerati che dovrebbero essere prodotti a Napoli. Nel 2010 ci riprova presentando un progetto che dovrebbe portare i dipendenti da 12 a 70. Ma un anno dopo i dipendenti sono scesi a 5. Nel 2011 la Nomos di Ghiraldi trova un sostegno nella Finlombarda Gestioni della Regione Lombardia, sotto la presidenza di Roberto Formigoni. Nonostante le iniezioni di liquidità da parte di Finlombarda, nel 2012 Nomos viene messa in liquidazione. E nel 2017 viene dichiarato il fallimento della società che aveva sviluppato una nuova tecnologia per la conservazione dei prodotti deperibili.

La bontà dell'operazione che prevede l'arrivo della Prs a Napoli Est dovrebbe essere garantita, in ogni caso, dalla probabile presenza dell'imprenditore lombardo Giovanni Battista Ferrario, con un passato di manager di alto livello e di buoni risultati in Italcementi e Pirelli. Ma di Ferrario, coinvolto nelle trattative, non c'è nessuna traccia, per ora, negli organigrammi della Prs. Anche in questo caso, dunque, i dubbi paiono legittimi. Tra le indiscrezioni che sono trapelate subito dopo la comunicazione di Whirlpool, figura l'ipotesi di una partnership tra Prs ed una cordata cinese, a cui spetterebbe acquisire la produzione. Ma anche sulla cordata cinese, per ora, c'è il buio.

Secondo il sito moneyhouse.ch, l'indirizzo della sede di Passive Refrigeration Solutions è: corso Elvezia 16, Lugano. Ma a quell'indirizzo non corrisponde una sede, ma solo una cassetta postale. Il capitale azionario della società identificata come Prs è di 200mila franchi svizzeri, che corrispondono a poco più di 182mila euro. Sono del tutto giustificati, dunque, i dubbi dei 400 dipendenti dello stabilimento di via Argine. «Whirlpool EMEA - sostiene la multinazionale nel documento che avvia la procedura - è impegnata a sostenere un costo significativo dell'operazione di vendita, quantificabile in 20 milioni di euro, per la nuova missione del sito di Napoli, che garantirà, per tutti i lavoratori, i diritti acquisiti, le tutele reali e il livello retributivo corrente». La tutela dei dipendenti, sfiancati da una lunghissima vertenza e dalle numerose incertezze sul loro futuro lavorativo, è per tutti una conditio sine qua non. Ma restano le incognite sull'operazione.

Per allestire il nuovo insediamento produttivo, in modo tale da renderlo idoneo alla produzione dei container refrigerati, occorreranno circa 6 mesi. Un periodo piuttosto lungo. Eppure la società elvetica conterebbe di rientrare dall'investimento già nel 2020. I nodi da sciogliere, dunque, sulla cessione del sito di via Argine sono tantissimi, a partire dalla sostenibilità della produzione di frigoriferi speciali a Napoli. Ma i dubbi potrebbero essere fugati già nelle prossime settimane, quando si conosceranno l'identità dell'acquirente e i dettagli dell'investimento. Almeno si spera.
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