Il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, la strategia l’aveva delineata sin dall’inizio del suo mandato. Riportare le famiglie italiane verso l’acquisto di Bot e Btp, dopo anni di disaffezione dovuti ai tassi bassi. Così sono nate le emissioni ad hoc con “premi” per i sottoscrittori più fedeli, come il Btp Italia e il Btp valore. E la strategia di Giorgetti sembra dare buoni risultati.
Risparmio, la grande corsa ai Btp
La quota di debito pubblico in mano ai risparmiatori italiani in un anno è quasi raddoppiata.
I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto sulla Stabilità Finanziaria diffuso ieri dalla Banca d’Italia. In un solo anno, spiegano le tabelle del rapporto, le famiglie hanno investito oltre 100 miliardi di euro in titoli di debito. Lo hanno fatto attratte soprattutto dai buoni rendimenti offerti dal Tesoro. E lo hanno fatto soprattutto disinvestendo dai conti correnti delle banche privi di remunerazione. Questi ultimi hanno registrato, nello stesso periodo, un deflusso di una cinquantina di miliardi. Lo spread sui titoli di stato, spiega inoltre la Banca d’Italia, continua a manifestare «una pronunciata sensibilità» a diversi fattori, tra i quali la politica di bilancio. «Nei mesi scorsi - scrivono gli esperti di via Nazionale - le condizioni di liquidità sul mercato secondario si sono mantenute nel complesso distese. La riduzione dei titoli di Stato nel bilancio dell’Eurosistema non ha avuto impattisignificativi sulla liquidità e sul funzionamento del mercato secondario.
I RISCHI
In Italia, inoltre, i rischi per la stabilità finanziaria sono «significativi» seppur in lieve calo, grazie alla situazione in deciso miglioramento del settore bancario. Serve dunque prudenza nella politica di bilancio e riforme per aumentare la crescita. Per Bankitalia occorre contrastare «le incertezze sulla dinamica del rapporto tra il debito e il Pil» che «restano non trascurabili, sia nel breve sia nel medio e lungo termine anche a causa della revisione al rialzo delle stime» dell’impatto del superbonus. Inoltre nei primi sei mesi del 2023 sono state effettuate operazioni di cessione di crediti deteriorati per circa 3 miliardi di euro. Il rapporto tra questi Npl e il totale dei finanziamenti al netto delle rettifiche si è mantenuto stabile al 1,4 per cento. Così il divario tra i gruppi significativi italiani e il complesso degli intermediari soggetti alla supervisione diretta della Bce si è sostanzialmente azzerato.