Paola Severino presidente della Sna: «Più qualità nel pubblico con giovani preparati»

Paola Severino presidente della Sna: «Più qualità nel pubblico con giovani preparati»
di Gigi Di Fiore
Venerdì 24 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Giugno, 09:21
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Docente, avvocato, vice presidente della Luiss, dallo scorso settembre Paola Severino è presidente della Sna, la Scuola nazionale dell'amministrazione che ha sede alla Reggia vanvitelliana. Per questo, è stata la padrona di casa nell'incontro sulle politiche giovanili dei Paesi mediterranei dell'Ocse, in cui è stato presentato il rapporto di cooperazione tra dieci Paesi.

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Presidente Paola Severino, che significato ha un incontro internazionale sulle politiche giovanili dei Paesi mediterranei dell'Ocse nella sede della Sna?
«Ha particolare rilievo, perché è stata l'occasione per confrontare le esperienze delle scuole di formazione di più Paesi, che preparano i giovani al lavoro nella pubblica amministrazione.

L'incontro rilancia Caserta e la Sna, in vista di ulteriori iniziative con al centro le politiche giovanili».

Va resa attrattiva per i giovani la possibilità di realizzarsi anche in attività della pubblica amministrazione?
«Proprio così. È questo uno degli obiettivi della Sna. Dopo un periodo di formazione con la scuola e stage mirati in istituzioni pubbliche, un giovane meritevole può pensare di trovare rapida collocazione in ruoli dirigenziali della pubblica amministrazione».

Un obiettivo che passa per il rilancio della Sna?
«È uno degli impegni che presi dopo aver ricevuto dal presidente Draghi e dal ministro Brunetta l'incarico di presidente della Scuola. Abbiamo bandito un concorso per 350 posti a novembre per giovani laureati e dotati di un successivo master o dottorato. Un altro concorso lo bandiremo a novembre prossimo, per un numero di posti da stabilire. Il ministro Brunetta ha predisposto un programma di snellimento e ringiovanimento del personale amministrativo e dirigenziale della pubblica amministrazione, in cui la formazione è fondamentale».

I giovani preparati e capaci sono più attratti dal lavoro nel settore privato?
«È così, ma bisogna creare le condizioni per rendere interessante ai giovani lavorare anche nel settore pubblico dove occorrono energie nuove, ben preparate. Da docente, lavoro con i giovani e posso assicurarle che regala soddisfazioni ed entusiasmi sempre nuovi».

Gli ultimi anni hanno impedito di investire nei giovani in ruoli di rilievo nella pubblica amministrazione?
«Viviamo un periodo non semplice. C'è stata la pandemia, poi la guerra in Ucraina. Penso a quanto la mia generazione sia stata fortunata a godere di un lungo periodo in cui c'è stata la possibilità di pianificare e prepararsi con più serenità. L'incontro a Caserta ha voluto dare anche un segnale di speranza. Per cinque anni, anche la Scuola nazionale dell'amministrazione ha dovuto segnare il passo. Ora vogliamo rilanciarla, in un'ottica di investimento del settore pubblico sui giovani».

Quanto è importante puntare sul ringiovanimento nella pubblica amministrazione?
«Tanto, in termini di entusiasmo e energia. È importante investire su giovani preparati che hanno più flessibilità mentale e maggiore predisposizione al nuovo, sfruttando al massimo le possibilità offerte dal lavoro in remoto e dalle tante innovazioni tecnologiche. All'incontro di Caserta, hanno partecipato ministre poco più che ventenni, che dimostrano quanto sia essenziale puntare sul ricambio generazionale con una formazione adeguata».

Un bilancio sull'incontro di Caserta?
«Estremamente positivo, esponenti di dieci Paesi mediterranei hanno ricevuto qui un'accoglienza eccezionale, confrontandosi in un luogo come la Reggia vanvitelliana che lascia senza fiato. Ripeteremo qui altri appuntamenti internazionali».

Ha parlato, nel suo intervento, anche del bisogno di far nascere nei giovani l'orgoglio di lavorare per la pubblica amministrazione. Cosa significa?
«Da nipote di nonni entrambi dipendenti nel pubblico a Napoli, significa sentire gratificante anche il lavoro in questo settore. Un mio nonno lavorava nel bel palazzo della Posta a piazza Matteotti. Un altro al Genio civile e ha visto aprire i cantieri della metropolitana. Lavorare nelle istituzioni pubbliche è attività creativa, che può regalare soddisfazioni migliorando la realtà generale del Paese. Superando il blocco delle assunzioni, possiamo ripartire formando dirigenti da inserire subito in ruoli di rilievo». 

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