Stellantis, la paura di Pomigliano: «Panda, futuro incerto»

Nuovi scenari per il Vico dopo il 2026

La fabbrica di Pomigliano
La fabbrica di Pomigliano
di Nando Santonastaso
Sabato 3 Febbraio 2024, 08:31 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:02
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«È sempre il futuro della Panda il vero problema» dice con la consueta franchezza Biagio Trapani, segretario dei metalmeccanici Cisl di Napoli nelle ore dello scontro tra governo e Stellantis. E spiega: «Se non si fa chiarezza sugli incentivi si mette in discussione la prospettiva di Pomigliano dove il 60% della produzione attuale è assorbita da questo modello: dopo la proroga già concessa al brevetto, Panda potrà arrivare al massimo al 31 dicembre 2026 ma non sappiamo ancora cosa succederà dopo».

La preoccupazione corre veloce dentro e fuori dallo stabilimento: le parole del Ceo di Stellantis Carlos Tavares, che ha parlato espressamente di incognite per il sito campano senza accordo con il governo, hanno cancellato di colpo l'ottimismo che aveva accompagnato l'inizio del nuovo anno, il primo dopo tre lustri senza ammortizzatori sociali per i lavoratori.

E anche le assicurazioni del Gruppo a proposito della continuità produttiva di Panda, ma sempre fino al 2026, non sembrano bastare: «È evidente che c'è una grande confusione sull'elettrico e anche da parte del governo c'è bisogno di una strategia convincente sul rapporto con Stellantis che, non dimentichiamolo, è un gruppo globale. Pensare che debbano essere solo gli italiani ad acquistare auto prodotte nel nostro Paese non ha senso», chiosa il sindacalista.

È un tema non trascurabile, quest'ultimo. Perché, se declinato senza polemiche o strumentalizzazioni, può aprire nuovi scenari alle missioni dei singoli stabilimenti, Pomigliano in testa. Ad esempio, la possibilità che in Italia si producano anche modelli Peugeot, l'altro asset del Gruppo Stellantis: «Se l'obiettivo è di arrivare a produrre un milione di autoveicoli nel nostro Paese, questa potrebbe essere una strada da percorrere e permetterebbe al governo di fare uscire allo scoperto Tavares. Ecco perché è importante mantenere il confronto ai tavoli ministeriali e i sindacati da quei tavoli non hanno alcuna intenzione di allontanarsi», insiste Trapani.

A Pomigliano si sa già, salvo smentite, che l'eventuale rilancio dell'Ue sull'utilizzo dei motori Euro 7 per accelerare la transizione green (al momento il provvedimento è stato rinviato ma non abrogato), il futuro di Panda sarebbe compromesso. I costi non sarebbero per nulla convenienti per Stellantis che ha già deciso di realizzare in Serbia il nuovo modello elettrico dell'utilitaria più venduta in Italia (con Tonale e Dodge Hornet sono state prodotte 215mila auto nel 2023) ribadendo a più riprese che si tratterà di un modello diverso da quello di Pomigliano e destinato anche ad un mercato diverso.

«Anche per questo dice Crescenzo Auriemma, leader della Uilm campana le parole di Tavares ci lasciano perplessi: solo qualche giorno fa, lo stesso amministratore delegato aveva detto che i siti produttivi italiani erano molto competitivi, in particolar modo Pomigliano dove oggi si producono Panda e Tonale. Aveva anche affermato che quella competitività era dovuta alla disponibilità e alla professionalità dei lavoratori dello stabilimento campano che, in questi anni, sono stati disponibili a seguire le strategie aziendali utilizzando le diverse turnazioni che hanno portato a Pomigliano trasfertisti da altri stabilimenti italiani del Gruppo».

E ieri da Battipaglia, dove ha partecipato ad una iniziativa per i lavoratori della Fos, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra è stato altrettanto chiaro: «Ci aspettiamo da Stellantis un impegno serio e responsabile ad investire in tutti gli stabilimenti italiani a cominciare da Pomigliano aumentando la produzione di auto in Italia, garantendo i livelli occupazionali. A Tavares vogliamo ricordare che gli incentivi sono risorse pubbliche e non regalie. Il Governo si faccia garante di un patto tra istituzioni, impresa e sindacati sul rilancio del settore auto nel nostro Paese».

Anche il territorio si mobilita. L'amministrazione comunale di Pomigliano, guidata dal sindaco Raffaele Russo, ha fatto sentire la sua vicinanza ai sindacati e ai lavoratori sottolineando l'importanza di non depotenziare l'enorme valore sociale ed economico dell'insediamento produttivo. E dalla Regione, Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto, attacca: «Nonostante l'elevata professionalità dei lavoratori del "Vico" e i sacrifici fin qui sostenuti, le parole del CEO della multinazionale destano allarme e sono uno schiaffo diritto in faccia prima a loro e poi all'intero indotto satellite della Stellantis. Nessuno di buon senso può restare inerte rispetto all'ennesimo colpo che si intende infliggere al comparto industriale e automobilistico di Pomigliano, tra i settori produttivi più longevi e qualificati dell'industria italiana».

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