L'oro di Bankitalia ancora sotto attacco: è Visco l'obiettivo del governo

L'oro di Bankitalia ancora sotto attacco: è Visco l'obiettivo del governo
di Luca Cifoni e Alberto Gentili
Domenica 31 Marzo 2019, 09:30 - Ultimo agg. 11:06
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C'è chi dice che Matteo Salvini abbia dato il via libera alla mozione «perché molto irritato con il governatore Visco per il blitz sulle nomine». Qualcun altro sostiene che il documento targato 5Stelle e Lega, al voto in Senato mercoledì, serve solo a rispondere alla mozione presentata dai Fratelli d'Italia: «In questi casi se ne vota sempre una di maggioranza». Di certo, c'è che a meno di due mesi dalle elezioni europee, i giallo-verdi sganciano un'altra bomba contro Bankitalia e il suo oro. E questo a poche ore dal ruvido altolà del Quirinale a non terremotare il sistema bancario italiano in una fase delicata per i mercati finanziari e con l'economia ormai in recessione tecnica.
 
A promuovere la mozione sono il leghista Alberto Bagnai e la grillina Laura Bottici. Nel testo, che porterà come di consuetudine anche la firma dei capigruppo Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli, la maggioranza chiede al governo di «definire l'assetto della proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia nel rispetto della normativa europea» e di «acquisire le notizie» su quelle detenute all'estero, oltre che sulle «modalità per l'eventuale loro rimpatrio».

Domande, per la verità, cui ha già risposto il premier Giuseppe Conte qualche giorno fa. E proprio in Senato. Non a caso Giorgia Meloni accusa: «La maggioranza ci rincorre e sconfessa il presidente del Consiglio». Ma poco importa: si vota il 26 maggio e una parte degli elettori sembra gradire gli attacchi a Bankitalia. In più - si diceva - Salvini è arrabbiato con Visco perché ha nominato i nuovi vertici di palazzo Koch senza chiedere consiglio a Lega e 5Stelle.

In ogni caso sono del tutto infondati i rumors che vorrebbero la maggioranza intenzionata a utilizzare i 90 miliardi in lingotti d'oro della Banca centrale per evitare manovre correttive dei conti o scongiurare l'aumento dell'Iva: come ha spiegato Conte, quei soldi non sono nella disponibilità dello Stato.

A Via Nazionale non c'è nessuna intenzione di rispondere all'offensiva sull'oro. La posizione della Banca d'Italia è stata espressa in modo formale proprio l'altro ieri da Visco all'assemblea dei partecipanti, poco dopo aver girato allo Stato un maxi-assegno da 5,7 miliardi. I partecipanti (oggi banche e istituzioni, domani ipoteticamente anche lo Stato), è il ragionamento del governatore, «non hanno alcun diritto sulle riserve auree e valutarie, la cui detenzione e gestione costituisce uno dei compiti fondamentali assegnati alle banche centrali dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea». E questi compiti si esercitano attraverso il «diritto di proprietà». Dunque l'oro appartiene solo a Bankitalia e i partecipanti non hanno alcun diritto su di esso. Esattamente nella stessa direzione si era mosso il giorno precedente Mario Draghi, rispondendo - testo dei Trattati alla mano - ad un'interrogazione di due europarlamentari. Spetta all'Eurosistema «detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri». Ed è la stessa Bce che «approva le operazioni aventi per oggetto attività di riserva in valuta che restano alle banche centrali nazionali».

Dunque porta sbarrata. Quanto poi al fatto che la nuova mozione arrivi quando è appena stata definita la partita delle nomine nel Direttorio, e mentre si discute sulla prossima commissione d'inchiesta, la linea di Via Nazionale è cristallina: queste vicende sono del tutto separate tra loro.

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