Pensioni, il blocco alle rivalutazioni
fa perdere circa mille euro l'anno

Pensioni, il blocco alle rivalutazioni fa perdere circa mille euro l'anno
Venerdì 24 Maggio 2019, 17:22 - Ultimo agg. 25 Maggio, 08:22
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Lo stop alla rivalutazione costa caro ai pensionati:  una pensione di poco superiore a 3 volte al minimo, 1568 euro, perderà 950 euro all'anno. In modo permanente.  A denunciare gli  «effetti ingenti» e le conseguenze «pesantemente negative» dello stop previsto dalla legge di bilancio 2019, che si sommano a quelle create dalle norme succedutesi dal 2011 ad oggi, è uno studio della Uil.   Il blocco produrrà risparmi per lo Stato pari a 3,6 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, che diverranno 17,3 miliardi nel prossimo decennio. «Continua la persecuzione nei confronti dei pensionati italiani in atto dal 2011. Si deve porre fine a questo prelievo forzoso a discapito di milioni di pensionati», accusa il segretario confederale Uil, Domenico Proietti.  Somme, annota ancora la Uil, «ben lontane dai «pochi spiccioli» a cui fece riferimento il presidente, Giuseppe Conte, quando paragonò i pensionati «all'avaro di Molière».
Se si considerano tutti i blocchi operati in 8 anni e si aggiunge l'ulteriore blocco previsto dall'ultima legge di bilancio, dunque, spiega nel dettaglio lo studio Uil, si evidenzia come una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lordi mensili, subirà una perdita complessiva pari a 73,77 euro al mese, 959,06 euro annui. Una differenza destinata a crescere per effetto dei blocchi previsti anche per i prossimi 2 anni, fino al 2021. Il taglio pesa progressivamente mano mano che la pensione sale: un pensionato, sempre nel 2011, con un assegno pari a 1.900 euro lordi mensili ha subìto nel corso di questi 8 anni un mancato incremento del 6,03% annui, circa 1.489,64 euro lordi. Un mancata rivalutazione, annota ancora Proietti, che «si traduce in circa 1 mensilità netta in meno che il pensionato non percepirà non solo quest'anno: dato l'effetto permanente delle misure la perdita d'importo sulla pensione sarà tale anche per i prossimi anni. Anzi, essendo il blocco previsto anche per il 2020 e il 2021, il danno per i pensionati è destinato a crescere». Per la Uil, dunque, «è necessario ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni e recuperare il montante perso in questi anni», dice dando appuntamento a Roma il 1 giugno, giorno in cui l'Inps effettuerà il conguaglio gennaio - marzo sulle rivalutazioni ma anche quello in cui scenderanno in piazza i pensionati di Cgil, Cisl e Uil.

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