Macabra scoperta
L'inferno degli animali: cannibalismo, carcasse e cani segregati al buio

Il casolare dell'orrore
Il casolare dell'orrore
Giovedì 13 Febbraio 2014, 20:44 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 20:46
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Cadaveri di animali. Fango, liquame e un odore nauseante di carne putrefatta. Quando gli operatori del Servizio Interprovinciale di tutela animale e i Carabinieri sono entrati nella proprietà di via San Giovanni Evangelista a Caidate di Sumirago, in provincia di Varese, non credevano ai propri occhi. La segnalazione era scattata da chi aveva notato alcuni cani in evidente stato di abbandono. Da almeno un mese, erano tenuti all'addiaccio, legati alla catena, senza una cuccia: al freddo e al gelo. Ma una volta entrati nel casolare - racconta Varese News - gli ispettori ambientali hanno avuto la sensazione d'essere in un girone dell'inferno dantesco. Rifiuti, fango, detriti ovunque tra ossa e carcasse di animali. Uno dei cani aveva al collo una catena talmente stretta da non permettergli neanche di raggiungere gli avanzi di cibo putrido sparsi sul terreno. Non solo. Il ferro gli aveva segato la cute al punto tale da provocargli una profonda lacerazione infetta. Altri due cani sono stati trovati segregati in un corridoio nel piano interrato dell'abitazione, completamente sommersi da 30 cm di fango. Al buio e senza acqua nè cibo. Un altro meticcio era confinato in una botola nel seminterrato dell'abitazione. Pensate, quando lo hanno tirato fuori aveva difficoltà persino a tenere gli occhi aperti alla luce.

Ma l'orrore non è finito. I maiali nella porcilaia erano tenuti in un box metallico talmente piccolo da non permettergli nessun movimento: non potevano nemmeno sedersi o sdraiarsi: ed erano completamente immersi nei loro escrementi tanto da avere ferite e ustioni da contatto con le proprie urine. Un altro era costretto a condividere lo spazio con una carcassa di suino in evidente stato di decomposizione: già perché - come hanno raccontato i volontari - evidentemente per fame deve aver finito per mangiare il suo compagno di prigionia. Intorno, ossa, crani di suini di cavalli e polli. Un tappeto.

Due le persone denunciate. Le accuse vanno dal maltrattamento di animali, all'abbandono incontrollato di rifiuti inclusa l'ipotesi di furto ai danni dello Stato per il ritrovamento di due pernici rosse, esemplari di avifauna selvatica autoctona appartenente al patrimonio statale. I quattro ettari di terreno, più simili ad una discarica che ad altro - incluso l'eternit - sono sotto sequestro. Gli animali sono stati tutti trasferiti in oasi e rifugi.

Una storia allucinante. Che sembra quasi l'ambientazione di un film dell'orrore. Dove ancora una volta le vittime continuano ad essere gli animali. Umiliati, massacrati nel nome di che? Di una lucida follia assassina, figlia del degrado e delle tenebre della mente. Una crudeltà spietata che sarà scalfita appena dalle sbiadite punzioni di una legge inadeguata.