Al Museo d’Orsay in mostra il nudo maschile dal XIX secolo ad oggi

Pierre e Gilles - Mercurio - 2001
Pierre e Gilles - Mercurio - 2001
Venerdì 11 Ottobre 2013, 15:34 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 21:51
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PARIGI - Il Museo d’Orsay celebra il corpo maschile. Lo fa con una mostra dedicata allo studio del nudo dal XIX secolo ad oggi. Restituire all’uomo, e al suo corpo che per secoli è stato il fondamentale oggetto di studio di pittori, scultori e fotografi, lo status di principe dell’arte e, insieme, riscoprire capolavori dimenticati. In quest’ottica, il dirimpettaio del Louvre, segue e promuove un trend lanciato nel 2012 da un’altra importante istituzione dell’arte, il Leopold Museum di Vienna, che aveva dedicato al tema un’esposizione ricca e articolata.

Da Jacques Louis David a Pierre et Gilles e David LaChapelle passando per Hyppolite Flandrin e Paul Cadmus con incursioni nella scultura, 11 sezioni illustrano come le variazioni sul tema «uomo» non abbiano mai smesso di prestarsi alla creatività e allo studio dei grandi maestri. Se il percorso espositivo si apre, a ragion veduta, con L’Ideale Classico, quel che è interessante notare è proprio come la tendenza all’osservazione del corpo maschile e il suo utilizzo per la rappresentazione di tematiche più spesso declinate al femminile, sia in realtà parte integrante del retroterra culturale occidentale.

Scorrendo fra le sale, si abbandona lentamente l’idea del corpo dell’uomo come tabu e, improvvisamente, torna alla memoria la sua costante presenza nei media di ogni epoca: oggetto di denuncia sociale così come, in tempi recenti, di ammiccanti pubblicità – fino alla sua esposizione in calendari patinati. La difficoltà di rappresentare l’uomo come una creatura misteriosa, lo ha allontanato dall’immagine di Oggetto del Desiderio: questa, oltre ad essere la parte conclusiva del percorso, è anche la condizione in cui, quasi senza accorgersene, sta tornando oggi il discendente di Adamo.

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