Stermina la famiglia e si uccide, aveva rubato la pistola al padre. Lo sgomento per Giulia su Facebook

Stermina la famiglia e si uccide, aveva rubato la pistola al padre. Lo sgomento per Giulia su Facebook
Mercoledì 1 Gennaio 2014, 15:00 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 14:47
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Prima di compiere la strage aveva rubato la pistola al padre Daniele Garattini, l'uomo di 56 anni che l'ultimo giorno dell'anno ha ucciso la moglie, la figlia e la suocera e poi si suicidato accoltellandosi a Collegno, vicino a Torino. L'arma da cui sono partiti i colpi, infatti, era regolarmente denunciata dall'anziano, che viveva nel capoluogo piemontese. Ieri mattina Garattini aveva fatto visita ai genitori, ma in casa c'era soltanto la madre. È probabile che si sia impadronito dell'arma in quel momento.



I genitori di Garattini sono stati sentiti ieri sera dai carabinieri in caserma a Collegno. Hanno confermato che il figlio avesse perso da poco il lavoro e che non sapevano che avesse preso loro la pistola usata per fare la strage. Hanno anche raccontato che doveva prendere dei medicinali per una forma di epatite. Entrambi dovrebbero essere risentiti a casa, a Torino, domani. Ascoltato anche il fidanzato di Giulia Garattini, 21 anni, la vittima più giovane della strage familiare. Ha raccontato ai carabinieri che Garattini era un papà molto possessivo e geloso nei confronti della figlia. In giornata verrà sentita, sempre nella caserma di Collegno, la sorella di Garattini.



«Venite, ho ucciso tutti: sono impazzito», le parole con cui Garattini, fino a un mese fa rappresentante di commercio, ha detto ai carabinieri prima di lasciare loro la porta di casa socchiusa e di suicidarsi. Dieci minuti di follia sono bastati a quest'uomo, volontario di Save the Children descritto dagli amici come «mite e per bene», per sterminare tutta la sua famiglia.



«Sono pazzo, sono pazzo», ha risposto ai militari dell'Arma che gli chiedevano perché lo avesse fatto. Pochi istanti e anche lui è morto in una pozza di sangue. Accanto, la pistola regolarmente denunciata dal padre, e un coltello, l'arma usata per togliersi la vita dopo essersi sparato al petto ed essere rimasto senza proiettili.



Davvero drammatica la scia di morte che si è lasciato dietro. L'uomo ha sparato per prima alla suocera, Daria Maccari, 84 anni, mentre dormiva sul divano del soggiorno. Poi ha inseguito la moglie, Letizia Maggio, 54 anni, e la figlia, Giulia, studentessa di 21 anni appena, in cucina, le borse della spesa per il cenone di Capodanno ancora sul pavimento. Le due donne hanno cercato di proteggersi a vicenda: sono morte una accanto all'altra, colpite da cinque proiettili.



Solo in quel momento, dopo avere chiamato i carabinieri, ha rivolto la pistola contro se stesso. I proiettili nel caricatore erano finiti e allora ha preso un coltello da cucina e si è pugnalato al cuore. «Daniele era una persona mite, provata dalla presenza in casa dell'anziana suocera, che doveva assistere (era malata di alzheimer, ndr) - racconta un amico, l'ex assessore del Comune di Collegno Gianni Pesce -. Ma a preoccuparlo era soprattutto il lavoro». Garattini aveva infatti perso di colpo il lavoro ed era caduto in un forte stato di depressione.



«Doveva essere il giorno più bello, avremmo festeggiato insieme. La vita è così breve... Dove sei ora?». C'è sgomento e disperazione nelle parole, scritte su Facebook, di uno degli amici di Giulia Garattini, la più giovane delle vittime della strage. «Ciao Giulia - esordisce un'altra amica sul social network - non ho parole per ciò che è successo, sono rimasta sconvolta, l'abbiamo scoperto stamattina della tua tragica fine... Eri una persona gentile e brava e all'orizzonte stava nascendo una bella amicizia fra noi... Tu sei in un altro posto, dove le cattiverie e le tragedie non ci sono... Riposa in pace».



«La vita non è giusta», commenta invece una delle compagne dei corsi di danza che la ragazza frequentava. «Non ci credo ancora... Ti voglio ricordare con la determinazione con cui avevi iniziato danza già grande... e con semplicità ti eri divertita con noi...». «Rimarrai sempre nel pensiero di tutti - dice un altro amico - perché non meritavi assolutamente tutto ciò... Non riesco a crederci...».



Benetton intanto ha precisato «che il signor Garattini non era dipendente del gruppo, bensì di una agenzia di rappresentanza indipendente».