Napoli, ecco tutti i tesori
dell'Unesco che cadono a pezzi

Napoli, ecco tutti i tesori dell'Unesco che cadono a pezzi
di Paolo Barbuto
Martedì 9 Aprile 2019, 10:13
3 Minuti di Lettura
Non serve andare a scovare il degrado, in questa città è talmente evidente da mostrarsi dietro ogni angolo, è così dirompente da palesarsi ovunque, anche e soprattutto tra i beni architettonici e artistici. Chiese lasciate marcire, depredate, distrutte; monumenti trasformati in discariche; reperti abbandonati al un destino di incuria e vandalizzazione.
 

IL SIMBOLO
Il Sacro Tempio della Scorziata è il simbolo della città che manda in malora i suoi beni. Chiesa e convento di fine 500 hanno ceduto all'abbandono, gli interni sono crollati, l'esterno è tenuto assieme da tubi innocenti.
Siamo a 20 metri da piazza San Gaetano, il cuore della Napoli antica protetta dall'Unesco, i progetti di recupero e restauro si sono succeduti nel tempo: se provate a raggiungere quel luogo adesso, stamattina, vi accorgerete della devastazione che l'ha colpito. Da anni ne raccontiamo la storia triste chiedendo che qualcuno intervenga.
Qualche anno fa, nel corso della nostra inchiesta sulle chiese abbandonate della città, ci inoltrammo nei sotterranei e scoprimmo un affresco sconosciuto: un Cristo in croce che risale, probabilmente, all'anno 1000. Nessuno l'ha mai visto, nessuno è andato a studiare e a tutelare almeno quell'opera che si sta inesorabilmente dissolvendo nel disinteresse generale.

I REPERTI
C'è un altro luogo che è la rappresentazione dell'incuria di questa città nei confronti dei beni storici. Nel punto in cui via Pigna scivola dentro il quartiere di Soccavo, lungo la strada ci sono i resti di un colombario romano del secondo secolo avanti Cristo. La targa che ne racconta la storia è mezza cancellata, i reperti sono sciattamente abbandonati e diventano, ciclicamente, depositi di pattume oppure, quando l'immondizia viene rimossa, comodi posti auto. Non un turista, nemmeno gli abitanti del luogo, forse, sanno di avere sotto casa un patrimonio così raro.  Sanno tutto del loro patrimonio, invece, le persone che affacciano sugli scavi del Carminiello ai Mannesi, Forcella, a pochi passi dal Duomo. Un tempo la cancellata che si trova davanti agli scavi nemmeno si vedeva per via della montagna di spazzatura. Da molti anni l'immondizia è stata sconfitta, non l'abbandono del luogo archeologico che resta chiuso inesorabilmente per lunghe settimane salvo qualche rara apertura. Adesso c'è un accordo con un'associazione per riaprirlo alle visite. Una proposta simile era stata presentata anni fa da un'associazione del territorio, ma alla proposta di un gruppo di Forcella ne è stata preferita un'altra...

I SEGRETI
Esistono, poi, luoghi incredibili ai quali nessuno può avere accesso. Nel cuore della collina, a Salita due Porte all'Arenella, anni fa venne ritrovata la sede dell'Accademia dei Segreti fondata da Giovanni Battista della Porta.
Il luogo è misterioso e affascinante: un corridoio che ha sulle pareti incisioni con riferimenti a culti egizi, sbuca in una grotta che ha un accesso scavato a forma di teschio. Era, probabilmente, il percorso dei maestri dell'Accademia. Non provate a cercare quel luogo: è nascosto nel retro del garage di un condominio che è sorto su quei resti. L'accesso a forma di teschio oggi è occluso dai mattoni forati dell'autorimessa. Se invece transitate lungo via Cesare Rosaroll, provate a dare uno sguardo alla seconda delle torri aragonesi che trovate lungo il cammino: si tratta della torre «San Michele», è malridotta e pericolante: in antichità venne trasformata in un luogo per la produzione del pane, ancora oggi sarebbero visibili i forni se solo si potesse accedere. Ma non si può.

LO SCEMPIO
Il quadro definitivo del disastro napoletano lo scoprireste se riusciste a penetrare dentro i resti della chiesa di San Nicola de' Caserti. L'edificio sacro venne fondato sui ruderi del ginnasio greco, alle porte di Forcella. Per anni è rimasto in abbandono, divenne nascondiglio per latitanti, sede di summit di camorra. Poi è stato murato, ed è andato definitivamente in rovina. Adesso un'associazione spera di recuperarlo. Ma i costi sono così elevati che solo un miracolo potrà salvare quel luogo.
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