Napoli: maschere bianche e cartelloni per il sit-in dei prof licenziati in piazza del Plebiscito

Napoli: maschere bianche e cartelloni per il sit-in dei prof licenziati in piazza del Plebiscito
di Melina Chiapparino
Lunedì 1 Giugno 2020, 18:25 - Ultimo agg. 2 Giugno, 10:02
3 Minuti di Lettura

Hanno indossato maschere bianche sul volto ed esposto striscioni, disponendosi a scacchiera fino a occupare quasi interamente piazza del Plebiscito. Il sit-in degli insegnanti campani, è durato l’intera mattinata fino a quando una delegazione del Comitato “Docenti-Licenziati” è stata ricevuta in Prefettura, con la speranza che il loro appello possa raggiungere i vertici del Ministero dell’Istruzione. «Le maschere bianche sono il modo per indicare che siamo trasparenti agli occhi del Governo, praticamente siamo senza identità» spiega Josie Pianese, una delle rappresentanti del comitato composto dagli insegnati che hanno perso il posto di lavoro. 
 

 

I professionisti che durante la manifestazione hanno esposto cartelloni con su disegnati semafori per indicare «lo stop forzato e improvviso della loro attività didattica», avevano annunciato da tempo la volontà di scendere in piazza per intraprendere un percorso di protesta al fine di far chiarezza sulla loro situazione. «Siamo stati assunti a tempo indeterminato e successivamente licenziati, nonostante il superamento del concorso del 2016 – aggiunge Josie- io sono stata licenziata a febbraio e sono in corso altri licenziamenti che faranno fuori centinaia di insegnanti di scuola secondaria di primo e secondo grado». Sono circa 200 i docenti campani che, in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato, ora si ritrovano senza lavoro.

Tutto è iniziato con il concorso del 2016, dedicato agli insegnati abilitati che, di fatto, tagliava dalla partecipazione migliaia di laureati privi del titolo abilitativo. Proprio questo bacino di docenti non abilitati, ricorrendo alla giustizia amministrativa fu ammesso al concorso. Su 10mila ricorrenti, 1000 di questi superarono le prove, vincendo effettivamente il concorso, tra cui i campani. Un aspetto sottolineato dai docenti in protesta riguarda la loro ammissione in via precauzionale «avvalorata dall’assenza di corsi abilitanti che non sono stati attivati dal 2014» ribadisce Josie. Ad oggi, i vincitori immessi in ruolo nel 2019 e inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito, hanno dovuto abbandonare i loro alunni perché il Miur ha impugnato la sentenza del Tar che aveva fatto accedere i docenti non abilitati alla prova concorsuale e il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo riguardo la loro idoneità. Dunque, i docenti sono dovuti tornare a casa senza più un contratto di lavoro.
 

«Lo Stato manda a casa centinaia di persone che hanno vinto un regolare concorso, superando le prove suppletive- dicono gli insegnanti in protesta- chiediamo di non essere dimenticati e insistiamo affinché il Governo si faccia carica della nostra problematica facendo trasparenza sulla vicenda e riconoscendo i nostri meriti».
Tra le prossime iniziative del comitato creato dai docenti licenziati, è in programma una manifestazione a Roma e altre azioni di mobilitazione, seppur sempre pacifica, a Napoli per «non far dimenticare centinaia di docenti che oggi sono trasparenti agli occhi delle istituzioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA