Posillipo, tuffi nella discarica:
«C'è una condotta che inquina»

Posillipo, tuffi nella discarica: «C'è una condotta che inquina»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 1 Luglio 2020, 08:42
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Dario Liguori, responsabile del Bagno Sirena a Posillipo, parla con gli occhi di chi non si spiega quello che vede ogni mattina da ormai quasi un mese: un mare pieno zeppo di chiazze bianche e marroni che ristagnano per ore sul pelo dell'acqua. Un mare in cui «tanti bagnanti rinunciano a tuffarsi». Il Mediterraneo celeste del lockdown è un ricordo sempre più lontano, ma il punto non è solo questo: «Un mare così brutto a Posillipo non lo si vedeva da anni prosegue Liguori Così non si può andare avanti: chiedo delle spiegazioni chiare e precise agli organi competenti che, dopo gli articoli usciti sul Mattino nei giorni scorsi, si sono alternati qui in settimana a fare controlli, fotografie, verifiche e interviste per le tv. A questo punto, visto che il problema è tutt'altro che risolto, ho bisogno di spiegazioni accreditate e puntuali da poter dare ai clienti del lido».

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Diversi enti si sono alternati negli ultimi giorni per accertare le cause del mare sporco: le Guardie Ambientali dell'ante e dell'Ange, la Municipalità I, l'Arpac, l'Abc - che ha prima accertato e poi riparato uno sfioratoio fognario all'altezza del Parco Ruffo. Tanti interventi e tante teorie, tra cui quella «di sversamenti da cantieri di ristrutturazioni» proposta delle stesse Guardie dell'Ante e dell'Ange. Tante parole, ma il mare continua a essere da incubo.
Insomma, la situazione non sembra migliorata affatto dopo la riparazione della fogna esondata poco più di una settimana fa: «Io mi limito a guardare i fatti e oggi (ieri mattina ndr) il mare era terribile. Parliamo e parliamo, ma i fatti non ci sono. Siamo alla frutta. I clienti continuano a chiedermi se e come possono farsi il bagno in quest'acqua: sono passati quasi dieci giorni da quando ho denunciato il fatto e voi ne parlate. Ma non se ne può più e non sappiamo cosa dobbiamo fare. È una cosa veramente vergognosa. Non trovo altre parole per descriverla».

I PRELIVIEVI
L'Arpac ha spiegato qualche giorno fa che «le analisi di routine condotte sulla balneabilità, che hanno dato un buon esito, non riguardano materiali inorganici cioè scarichi di eventuali sversamenti ma valutano il rischio di infezioni come escherichia coli o simili. Il problema non è solo quello. Le analisi delle acque le hanno fatte la settimana scorsa. Adesso si tratta di risolvere la questione. Non possiamo affrontare un'intera stagione balneare con il mare in queste condizioni. Tutti i giorni è sporco. L'unico giorno in cui l'acqua non era sporca è stato quello in cui sono venute le Guardie Ambientali. Ci ritroviamo in una situazione allucinante. Mentre parliamo sta arrivando molta altra sporcizia. Scandaloso».

IL GIALLO
Per il titolare del lido non ci sono altre soluzione se non quella di «trovare - denuncia - la fonte del problema. C'è bisogno che i sommozzatori partano da un determinato punto di questa scia e che la seguano fino ad arrivare al punto incriminato. Una volta arrivati alla fonte della sporcizia, i sommozzatori dovrebbero stabilire da quale condominio parte il tubo, oppure, capire se si tratta del un tubo di una fogna comunale. Si stabilisca chiaramente che cosa sta succedendo. Denunciare la cosa e fare foto davanti alle telecamere non serve a nulla. A noi imprenditori serve la soluzione del problema. La sporcizia dopo il lockdown è anomala, è peggio di prima della pandemia. Abbiamo riaperto il 6 giugno, e dal 10 il mare è terribile. Sono 20 giorni che dura l'incubo del mare sporco qua a Posillipo».
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