Ha chiesto scusa per la sua disumanità Alessandro Impagnatiello, il 30enne imputato per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, uccisa lo scorso 27 maggio con trentasette coltellate. Arrivato nell'aula della Corte d'Assise di Milano per l'inizio del processo a suo carico, l'ex barman ha parlato del giorno dell'assassinio, piangendo e dicendo di non vivere più da qual momento.
Giulia Tramontano, la sorella Chiara: «Ergastolo per Impagnatiello, essere inumano»
Le dichiarazioni
Piange in aula Alessandro Impagnatiello, arrivato stamattina nell'aula della Corte d'Assise di Milano per l'inizio del processo a suo carico.
Poi sono iniziate le dichiarazioni: «Grazie per avermi concesso la parola, ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché se sono qui a parlare non vuol dire che sia vivo, non vivo più».
«Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio. Non posso chiedere perdono, chiedo solo che possano essere ascoltate queste scuse. E questa è l'occasione che ho per farlo. L'unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi più al mattino. Finché sarò qui in eterno dovrò scuse a tutte queste persone», ha aggiunto poi il trentenne.