Un nuovo farmaco per riparare i danni causati dall’ictus, ma non solo. I primi test sugli animali sono stati decisamente incoraggianti e ora inizieranno anche i trial clinici sugli esseri umani sani. L’obiettivo è quello di accertare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia anche per l’uomo. E sarebbe una svolta nella cura di una malattia che in Italia è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, ma la prima causa assoluta di disabilità: sono circa 185.000 le persone colpite da ictus ogni anno nel nostro Paese.
Il farmaco NVG-291-R è stato testato negli Stati Uniti: i risultati della sperimentazione sugli animali sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell Reports. I ricercatori, provenienti dalle Università di Cincinnati e Case Western Reserve, hanno scoperto un duplice vantaggio: oltre a creare nuove connessioni tra i neuroni, il farmaco stimola la migrazione di nuovi neuroni (derivati da cellule staminali) nel punto in cui è avvenuta la lesione. E soprattutto, rispetto alle terapie attualmente approvate, non ha bisogno di essere somministrato a poche ore dall’ictus, ma è efficace anche sette giorni dopo.
Agnes Luo, ricercatrice dell’Università di Cincinnati che ha partecipato allo studio, ha spiegato: «I dati mostrano un miglioramento significativo della funzione motoria e sensoriale, dell’apprendimento spaziale e della memoria. Siamo entusiasti dei risultati». Sottolineata anche la portata storica che potrebbe avere la scoperta, se anche sull’uomo si avranno gli stessi risultati dei trial clinici sugli animali: «Poter riparare i danni anche una settimana dopo i sintomi cambierebbe il paradigma per il trattamento dell’ictus». A detenere i diritti di NVG-291 è l’azienda farmaceutica NervGen Pharma, che ha intenzione di testarlo non solo contro i danni causati dall’ictus. Le sperimentazioni potrebbero riguardare anche il contrasto al morbo di Alzheimer, alla sclerosi multipla e alle lesioni del midollo spinale.