AsterX, la Nato si prepara per le "guerre stellari": i satelliti nuova trincea, 15 Paesi partecipano all'esercitazione

L'obiettivo è scongiurare l'attacco a sistemi informativi in orbita

AsterX, la Nato si prepara per le "guerre stellari": i satelliti nuova trincea, 15 Paesi partecipano all'esercitazione
AsterX, la Nato si prepara per le "guerre stellari": i satelliti nuova trincea, 15 Paesi partecipano all'esercitazione
di Marco Ventura
Domenica 10 Marzo 2024, 23:25 - Ultimo agg. 12 Marzo, 09:36
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Lo scenario più catastrofico sarebbe quello di una guerra totale in cui una tempesta di satelliti nemici bersaglia i “nostri” per mandarli fuori orbita, distruggerli e accecarli, creando una pioggia di detriti spaziali incontrollati. Ma non è un videogioco da guerre stellari virtuali. È lo scenario realistico che discende dallo sviluppo tecnologico e dalla geopolitica attuale. Ed è la simulazione alla quale fino al 15 marzo si dedicheranno i generali spaziali nella base del comando francese a Tolosa attraverso la mega-esercitazione AsterX, che ha uno zoccolo duro Nato allargato a paesi amici, e che cerca di dare risposte operative agli allarmi soprattutto americani e francesi sulla rafforzata aggressività “stellare” non solo di Mosca, ma anche di Pechino. E questo spiega la partecipazione ad AsterX, accanto ai partner Nato, di forze di difesa come quelle giapponesi, sudcoreane e australiane. 

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L’ULTIMA FRONTIERA
A far paura è l’asse russo-cinese che si è cementato in Ucraina, Medio Oriente e nell’Indo-Pacifico. «Se non riusciamo a fermare il nemico nello scenario peggiore, le conseguenze di un attacco del genere potranno durare decenni e alcune orbite diventare del tutto inagibili», spiega a Rudy Ruitenberg di Defense News il generale Philippe Adam, comandante delle forze spaziali francesi. «Un conflitto di questo tipo generalizzato sarebbe davvero una pessima notizia».

In un anno il personale del quartier generale francese di “star wars” passerà da 350 a 500 persone. E Adam sottolinea che Paesi come Italia, Giappone e Germania stanno mettendo in piedi comandi che hanno dimensioni analoghe, se non superiori. Per non parlare degli americani, che impiegheranno 13.900 persone nei programmi di difesa spaziale a fine dicembre. L’anno scorso c’era stato il salto di qualità, perché per la prima volta AsterX avveniva «in tempo reale», non con tempi ritardati e sfasati come prima. Il che comportava un realismo tattico aumentato, perché la realtà si avvicina sempre di più ai peggiori incubi della Nato. Un altro classico esercizio riguarda la minaccia di un satellite ostile che “punta” componenti che appartengono a nodi di comunicazione di un paese alleato, ed è “armato” di braccia robotiche per lotte “corpo a corpo” in orbita. 

IL TEAM
I 190 partecipanti a AsterX quest’anno arrivano da 15 paesi: oltre a Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Austria, Polonia, Romania, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, compaiono un paese del Golfo come gli Emirati Arabi Uniti e poi Australia, Giappone e Corea del Sud. Non mancano i rappresentanti del Centro difesa informatica della Nato, insieme a produttori di missili e aziende aerospaziali. Il generale Adam avverte che i «comportamenti non amichevoli» dei satelliti russi sono ormai la routine in uno spazio sempre più pericoloso e militarizzato.

IL PERICOLO
La strategia spaziale di Macron è partita nel 2019 e quattro anni dopo, febbraio 2023, i satelliti francesi in orbita erano già 91. Quest’anno la simulazione si riferisce a 4mila potenziali “oggetti”, disseminati e lanciati in uno spazio virtuale giorni prima dell’inizio di AsterX, concepiti in modo da includere 14 diversi tipi di minaccia e 23 eventi. Il ruolo dei grappoli satellitari Starlink di Elon Musk nella guerra russo-ucraina ha poi dimostrato, ancora di più, l’importanza della dimensione “spaziale”, ibrida, delle guerre attuali e future, sulla prima linea dell’Intelligence e delle tele-comunicazioni. Fu al Vertice Nato di Bruxelles del luglio 2018 che la Nato riconobbe l’esigenza di una vera “politica spaziale” a causa della “evoluzione rapida e altamente dinamica del settore”. E nel dicembre 2019 lo spazio fu classificato dagli alleati come “quinto dominio operativo”. Il quartier generale spaziale fu insediato a Ramstein. Nel frattempo, paesi come la Russia e la Cina hanno sviluppato e testato, riportano dossier Nato, “tecnologie contro-spaziali di ampio raggio, che potrebbero limitare l’accesso allo spazio e la libertà operativa della Nato”. Nel mirino la sicurezza e gli interessi commerciali dell’Alleanza e dei suoi paesi membri.
 

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