Più di due milioni di euro di risarcimento per la morte di due coniugi, travolti e uccisi da un pullman di linea della società Atvo che, il 29 novembre del 2008, vicino a Concordia Sagittaria, aveva invaso la corsia opposta di marcia, entrando in collisione con la vettura nella quale stavano viaggiando.
La conclusione della causa civile riguardante il grave incidente stradale avvenuto 15 anni fa, che ha provocato quattro morti e una quindicina di feriti, costituisce un interessante precedente nei giorni in cui, dopo la strage del cavalcavia di Marghera, si inizia a pensare alle complesse problematiche relative alle possibilità di risarcimento per i familiari dei 21 passeggeri deceduti, e anche per i 15 feriti, che la sera di martedì scorso si trovavano a bordo del bus uscito di strada e precipitato dopo un volo di una quindicina di metri.
CASO FORTUITO
In attesa dei risultati dell’autopsia sul corpo dell’autista del bus della società “La Linea”, disposta dalla procura di Venezia, l’ipotesi più accreditata è quella di un malore fatale: in casi come questi, le compagnie assicurative normalmente si rifiutano di pagare facendo appello al cosiddetto “caso fortuito”, circostanza che fa venire meno la responsabilità civile del conducente di un mezzo.
Il caso fortuito era stato eccepito anche nella causa relativa all’incidente di Concordia Sagittaria, avviata nel 2012 dai figli della coppia rimasta uccisa nello schianto: di fronte alla giudice di Venezia, Francesca Orlando Facchin, la difesa dell’assicurazione Fondiaria e di Atvo ha sostenuto che l’autista del bus fu colto da malore improvviso (in particolare da un ictus) e che dunque nessun risarcimento era dovuto.
«È un principio consolidato che il malore del conducente escluda la sua responsabilità e quindi anche l’obbligo di risarcire i danni ai passeggeri - spiega l’avvocato Guido Simonetti, che ha tutelato gli interessi dei figli delle vittime - Ma il Tribunale di Venezia ha sposato una particolare interpretazione del vincolo assicurativo che era stata adottata in un precedente unico della Cassazione, che aveva distinto tra ruolo e responsabilità del conducente e del vettore. Una interpretazione che intende proteggere i trasportati a prescindere dalle cause dell’incidente, come previsto anche dal diritto dell’Ue, in particolare le direttive comunitarie in tema di assicurazione auto: volendo, dunque, si potrebbe evitare che al dolore si aggiunga domani anche l’incertezza sui risarcimenti».