Klodiana Vefa uccisa, lo strazio dei due figli. «Mi ha svegliato mia sorella e mi ha detto che la mamma era morta»

Alfred Vefa suicida in un bosco. Lui minacciava l’ex moglie: «Se ti rifai una vita ti uccido»

Klodiana Vefa uccisa, lo strazio dei due figli
Klodiana Vefa uccisa, lo strazio dei due figli
di Claudia Guasco
Domenica 1 Ottobre 2023, 07:22 - Ultimo agg. 07:23
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MILANO Ha vagato in macchina per le strade di campagna, sul sedile accanto la pistola con la quale giovedì sera ha freddato l'ex moglie. Una fuga inutile e finita con un gesto che le amiche di Klodiana Vefa non credevano avesse il coraggio di fare: «È un codardo - dicevano - Non avrà nemmeno la forza di ammazzarsi». E invece l'ha fatto, Alfred Vefa si è sparato un colpo alla testa in un bosco di noci in una zona isolata di San Casciano Val di Pesa, a circa venti chilometri dall'appartamento di Castelfiorentino che condivideva forzatamente con Klodiana Vefa, 37 anni, nonostante le carte della separazione firmate in Albania. Lei aveva ricominciato da capo, con i suoi figli e un nuovo amore, lui aveva comprato una pistola e la minacciava: «Se non la smetti, ti uccido».

I TESTIMONI

Il corpo di Alfred, 44 anni, muratore, è stato trovato ieri mattina attorno alle 6, un abitante del luogo ha notato la sua auto parcheggiata male a bordo strada e ha avvisato i carabinieri.

Cinquanta metri più in là c'era l'uomo accasciato contro il tronco di un albero, vicino a lui il bossolo e l'arma, che non ha mai denunciato e deteneva senza porto d'armi. Le indagini diranno se, come è presumibile, è la stessa usata contro Klodiana e l'autopsia stabilirà quando Alfred si è suicidato. Per il resto nessun mistero: «Il quadro complessivo è comunque chiaro in termini di responsabilità», afferma il pm di Firenze Ornella Galeotti.

Alfred Vefa, chi era il killer di Klodiana. Diceva: «Sarai solo mia». Si è tolto la vita dopo aver ucciso l'ex moglie

A riannodare i fili ci sono i racconti dei testimoni, a cominciare da quello del figlio diciassettenne: «Giovedì sera ero in casa, ero appena tornato dall'allenamento ed ero a letto - ha riferito agli inquirenti - Stavo dormendo quando ho sentito qualcuno che tramestava. Era il mio babbo. Poi mi sono riaddormentato, mi ha svegliato mia sorella per dirmi che la mamma era morta. Allora sono sceso in ciabatte». Alfred aveva già portato a termine la sua missione: almeno tre colpi di 7.65 contro Klodiana, uno mortale che la raggiunge alla gola. Poi scappa a bordo della sua Golf grigia, senza soldi, documenti né cellulare, che lascia a casa premurandosi di spegnerlo alle sette di sera. Ad assistere all'omicidio sono due amici del figlio, che passano per caso in via Galvani: vedono Alfred alzarsi dalla panchina, discutere con l'ex moglie e tirare fuori la pistola. Un'arma che possedeva da circa due anni, quando l'ossessione per il matrimonio finito ha trasformato la vita di Klodiana in quella che lei stessa definiva «un inferno». Le indagini sull'omicidio della donna non hanno punti oscuri da chiarire, ma ciò che gli investigatori vogliono approfondire - anche dall'esame dei telefoni - sono gli abusi e le vessazioni pregresse che, ripetono le amiche, pativa Klodiana. «Al momento non risultano violenze o denunce da parte della donna contro Alfred Vefa», afferma il comandante del Reparto operativo di Firenze Andrea Pezzillo. I racconti di chi le stava vicino però ricostruiscono anni di soprusi e minacce da parte dell'ex marito, due lievi precedenti di polizia alle spalle e una reputazione ultimamente discutibile a Castelfiorentino. Klodiana si confidava con le amiche: «"Mi segue, non mi dà pace", mi diceva. "Vedrai che prima o poi vuole ammazzarci tutti e due" - ricorda una di loro - Io le ho consigliato più volte di allontanarsi da lui. Sapeva della pistola, però non lo ha mai denunciato. Spiegava che era per non far soffrire i figli».

 

PEDINAMENTI

Nel quartiere tutti erano al corrente delle angherie di Alfred, «che non si era rassegnato alla separazione. Lo hanno visto anche fare scenate davanti al negozio del nuovo compagno», ripetono. Per rendere più efficaci le intimidazioni si è procurato l'arma e avrebbe intimato a Klodiana «di chiudere con l'altro, o non sarebbe finita bene». La pedinava, le mandava messaggi, lei aveva paura: «Vuole ucciderci entrambi». Venerdì sera alla fiaccolata in ricordo della donna hanno sfilato per le vie del centro duemila persona, con partenza simbolica dalla panchina rossa di piazza Gramsci. E a guidarla c'erano i due figli adolescenti della vittima, accanto alla sorella che rivendica: «Chiedo giustizia fino all'ultimo». Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino, promette: «Non li lasceremo soli».
 

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