È uno dei latitanti più temuti del mondo, presenza fissa nell’elenco stilato dal Viminale sui ricercati di massima pericolosità ai quali danno la caccia le forze dell’ordine italiane. Ma chi è la primula rossa di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro? Capo del mandamento di Castelvetrano, è uno dei boss più potenti, considerato dagli investigatori uno dei capi assoluti della mafia. Da anni riesce a nascondersi grazie a coperture di altissimo livello. Nato a Castelvetrano (Trapani) nel 1962, nella valle del Belice, lavorava come fattore insieme al padre. Il suo padrino di cresima è Antonino Marotta, ex affiliato alla banda di Salvatore Giuliano. Soprannominato “U siccu”, il magro, o anche “Diabolik”, Messina Denaro, che a vent’anni è il pupillo di Totò Riina, inizia la scalata criminale nel 1989, quando viene denunciato per associazione mafiosa per la partecipazione alla faida tra i clan Accardo e Ingoglia di Partanna. Due anni dopo uccide Nicola Consales, proprietario di un albergo di Triscina, che si è lamentato con una sua impiegata, all’epoca amante di Messina Denaro, di «quei mafiosetti sempre tra i piedi».
Matteo Messina Denaro, decine di perquisizioni in provincia di Trapani
Messina Denaro, il ruolo di Borsellino
È Paolo Borsellino, nel 1989, il primo a iscrivere il nome del boss in un fascicolo d’indagine.
Matteo Messina Denaro, il volto del super latitante in un video esclusivo del Tg 2
Appassionato di puzzle e dolci
L’ultima volta che il boss di Cosa nostra viene visto libero, è nell’agosto del 1993, nel pieno degli attentati dinamitardi che sconvolgono l’Italia. Messina Denaro, mandante di quelle stragi insieme a Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e ai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, è in vacanza a Forte dei Marmi. Da quel momento inizia la latitanza. Nel 1998, dopo la morte del padre Francesco, diventa capomandamento di Castelvetrano e rappresentante della provincia di Trapani in Cosa nostra.
Le notizie sulla sua vita arrivano dai racconti dei collaboratori: appassionato di puzzle e di dolci, alcuni raccontano che è stato sottoposto a un intervento chirurgia plastica al volto, per non essere riconoscibile, altri dicono che si sia fatto rimodellare anche i polpastrelli, per cancellare le impronte digitali. Un informatore ha detto anche che il boss ha gravi problemi di salute: non ci vede quasi più ed è in dialisi.
Matteo Messina Denaro, perquisizioni in Sicilia: si cerca il boss di Cosa Nostra latitante dal 1993