Putin, Nelli Feroci: «Pechino lavora a un piano di pace, ma non rinnegherà mai la Russia»

L'ambasciatore: "Le mosse di Biden e Xi non portano necessariamente alla fine del conflitto"

Nelli Feroci: «Pechino lavora a un piano di pace, ma non rinnegherà mai la Russia»
Nelli Feroci: «Pechino lavora a un piano di pace, ma non rinnegherà mai la Russia»
di Marco Ventura
Martedì 21 Febbraio 2023, 07:56 - Ultimo agg. 09:34
4 Minuti di Lettura

Biden a Kiev e il cinese Wang a Mosca Si prepara la guerra o la pace? Per l'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell'Istituto affari internazionali ed ex Commissario europeo, si tratta di «iniziative che non necessariamente preludono alla pace. L'aspettativa maggiore è forse per il discorso del leader cinese, Xi Jinping. Ma il fatto che Biden, annunciato a Varsavia, sia arrivato a Kiev è un segnale molto forte che gli Stati Uniti restano al fianco dell'Ucraina, anche con altre forniture di armi. La visita di Wang a Parigi e Roma e a Monaco, e di più il prossimo intervento di Xi, fa pensare al lancio di un piano di pace cinese. Ma Wang è stato netto nel confermare il sostegno politico alla Russia: un'amicizia incrollabile quella con Mosca, solida come una roccia».

Biden a sorpresa a Kiev: «Armi per mezzo miliardo. Siete eroici, Putin si sbagliava»

Cosa dobbiamo aspettarci dai discorsi di Biden e Putin?

«Biden non potrà che ribadire il sostegno americano e di tutto il fronte occidentale all'Ucraina.

Ma c'è un elemento che lascia intravedere uno spiraglio positivo, cioè che come confermato da Medvedev, la visita di Biden a Kiev era stata comunicata a Mosca e "concordata" per motivi di sicurezza con i russi, segno che tra Mosca e Washington c'è ancora un canale di comunicazione a livello di alti comandi militari. Per Putin non sarà facile trovare una narrativa convincente se dopo un anno le truppe russe combattono ancora per mantenere o estendere l'occupazione di parte del Donbass, e consolidarsi nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia; e se la Russia deve fare i conti con le sanzioni internazionali, per quanto se la stia cavando meglio del previsto, e conti un numero impressionante di morti e feriti. Putin e la sua azione in Ucraina continuano a godere del consenso dell'opinione pubblica russa».

Quanto è importante la visita di Giorgia Meloni a Kiev?

«L'aveva annunciata, e va. È una risposta a quanti mettevano in dubbio la sua determinazione e la solidità dell'appoggio del governo a Kiev. Ed è un modo chiaro di rispondere alle esternazioni di Berlusconi. Il presidente del Consiglio dimostra di voler andare avanti per la sua strada e rafforzare la credibilità del governo verso Nato e Ue in linea con l'ortodossia atlantica».

Si parla già di ricostruzione.

«Prima o poi, anzi meglio prima che poi, bisognerà che la questione sia posta sul serio. Parliamo di qualcosa di ciclopico. L'Ucraina ha subito devastazioni tali che l'impegno della comunità internazionale dovrà essere enorme, con fondi pubblici internazionali, europei, nazionali, e attorno a questi fondi le risorse private. Senza dubbio ci saranno opportunità per il sistema delle imprese italiane. Importante che i programmi di ricostruzione siano fatti in modo coordinato a livello mondiale. Ci si dovrà concentrare sugli interventi più urgenti e necessari, evitando sia le sovrapposizioni sia la rivalità eccessiva tra candidati, in modo che l'operazione sia quanto più efficace e trasparente possibile».

La fornitura di jet resta un tabù?

«Non più. Cresce il consenso di alcuni Stati a fornire anche aerei da caccia, per quanto vi siano condizioni da esaminare: la disponibilità dei mezzi e la formazione di equipaggi abituati ai velivoli ex sovietici, e una tecnologia sofisticata che presuppone riservatezza. E va considerato il limite del non fornire armi che possano colpire in territorio russo».

Il tempo aiuta la Russia o l'Ucraina?

«Non è facile rispondere. In teoria, la Russia ha più riserve di uomini e mezzi, ma ci ha abituato a sorprese: nonostante la sproporzione di forze in campo a favore della Russia, questa è una guerra di logoramento con pochi spostamenti sul terreno. Straordinaria la capacità di difesa e resilienza delle forze armate e dell'apparato di governo ucraini. Temo però la ripresa dell'offensiva delle forze russe. Farà la differenza la capacità occidentale di fornire in tempo le armi necessarie agli ucraini per difendersi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA