Franco Mottola: «Giustizia è fatta? Certo»
«Questo è certo». Così Franco Mottola, ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se con la sentenza sia stata fatta giustizia, lasciando la Corte d'Assise d'Appello di Roma che l'ha assolto dall'accusa di omicidio nel processo per il delitto di Serena Mollicone.
Franco e Marco Mottola abbracciano in aula avvocati
Il maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, e il figlio Marco hanno abbracciato gli avvocati alla lettura del dispositivo della Corte d'Assise d'Appello di Roma, che ha confermato l'assoluzione arrivata in primo grado.
Marco Mottola a giornalisti: «Avete causato voi questo incubo»
«L'incubo l'avete causato voi giornalisti». Così Marco Mottola dopo la sentenza che ha confermato l'assoluzione per lui suo padre Franco e sua madre Anna Maria. E a chi chiedeva al padre se fosse stata fatta giustizia Franco Mottola ha detto: "Certo"
Lo zio: «Ho il dovere di fare in modo che emerga la giustizia»
Dal canto suo lo zio di Serena, Antonio, ha chiesto «che si faccia di tutto per arrivare alla giustizia». «Ho il dovere, come cittadino italiano e zio di Serena di fare in modo che emerga la giustizia pro Serena perché fino ad ora non è ancora emersa».
La sorella di Serena: «Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia»
«Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia». Così Consuelo, la sorella di Serena Mollicone, dopo la sentenza di assoluzione per tutti i componenti della famiglia Mottola. Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco erano stati assolti anche in primo grado.
Silenzio irreale in aula
La sentenza è stata accolta in un silenzio irreale. Dopo la sentenza Franco e Marco Mottola, visibilmente commossi, hanno abbracciato gli avvocati. L'accusa aveva chiesto la condanna del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, a 24 anni, di sua moglie Annamaria, a 22 anni, e del loro figlio Marco, a 21 anni. Aveva chiesto invece l'assoluzione degli altri due imputati, i carabinieri Francesco Suprano, per prescrizione, e Vincenzo Quatrale, perché gli indizi non hanno raggiunto la consistenza di prova. Serena Mollicone sparì di casa il primo giugno del 2001 e fu trovata morta dopo tre giorni nel bosco Fonte Cupa nella vicina località Anitrella di Monte San Giovanni Campano.
Mollicone, confermata assoluzione per famiglia Mottola
La corte d'Assise d'Appello di Roma ha confermato l'assoluzione di Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco nel processo per la morte di Serena Mollicone.
Delitto Arce, giudici di appello in camera di consiglio
I giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma sono entrati da alcuni minuti in camera di consiglio per decidere in merito alle richieste avanzate dalla Procura generale nell'ambito del processo per la morte di Serena Mollicone, la ragazza trovata priva di vita ad Arce, centro in provincia di Frosinone, il primo giugno del 2001. La sentenza è attesa per le 17. In particolare l'accusa ha chiesto una condanna a 24 anni di carcere per l'ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, 22 anni per la moglie Anna Maria e per il figlio Marco. Il pg ha, invece, chiesto di confermare l'assoluzione per il militare dell'Arma, Vincenzo Quatrale e una condanna a 4 anni per favoreggiamento per l'altro carabiniere, Francesco Suprano. Per quest'ultimo in un primo momento era stata sollecitata l'intervenuta prescrizione ma l'imputato ha deciso di non avvalersene. Nel corso delle repliche il pg ha affermato che Serena "è rimasta per molte ore in stato di incoscienza, dopo essere stata scaraventata contro la porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce, prima di essere soffocata. Forse gli imputati hanno pensato che morisse da sola ma poi l'hanno dovuta finire con il nastro adesivo». In aula sono presenti Franco e Marco Mottola. In primo grado gli imputati furono tutti assolti. In aula molte persone nel pubblico indossano la maglietta con la scritta «Serena Vive».
Presidio Giustizia per Serena, c'è anche Zerocalcare
nche Zerocalcare davanti all'aula della Corte d'Assise d'Appello di Roma, dove sono in corso le controrepliche della difesa al processo per l'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. Il fumettista ha incontrato gli organizzatori del presidio Giustizia per Serena che gli hanno regalato la maglietta con la foto della giovane e la scritta 'Serena Vive'. Oggi si attende la sentenza al termine della Camera di Consiglio. Zerocalcare ha poi lasciato la città giudiziaria ma non si esclude che possa tornare per la sentenza.
Maria Tuzi: «Spero ci sia giustizia, anche per mio padre»
«Spero che ci sia giustizia e che ci sia giustizia anche per mio padre. Gli elementi questa volta in aula sono stati di più, sono stati precisi ed è giusto che vengano presi tutti in considerazione». Così Maria Tuzi, la figlia del brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, dopo aver dichiarato di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma, in attesa della sentenza del processo di secondo grado per l'omicidio della 18enne.
Presidio davanti Tribunale: «Non può pagare solo lei»
Alcune volontarie di Telefono Rosa e cittadine di Arce e dei paesi della provincia di Frosinone si sono riunite questa mattina in presidio davanti alla città giudiziaria di Roma in attesa della sentenza del processo per l'omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001. «Non può pagare solo lei» e' scritto su alcuni volantini con la foto di Serena esposti dai presenti. Davanti al Tribunale e' stato inoltre affisso uno striscione di quattro metri con su scritto «Giustizia per Serena, mai più storie di ordinaria violenza». Al presidio partecipa anche la cugina di Serena Gaia Fraioli
Serena Mollicone, l’ultimo atto: oggi la sentenza in Appello dopo l’assoluzione in primo grado dei Mottola