Stuprano una ragazza, assolti per "presunto consenso": «Il rapporto c’è stato, ma non avevano capito che lei non voleva»

Le motivazioni del caso in provincia di Firenze

Violentano una 18enne ma vengono assolti: «Il rapporto c’è stato ma non avevano capito che la ragazza non voleva»
Violentano una 18enne ma vengono assolti: «Il rapporto c’è stato ma non avevano capito che la ragazza non voleva»
Giovedì 17 Agosto 2023, 14:08 - Ultimo agg. 18 Agosto, 10:03
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Due semplici parole: «Presunto consenso». Sedici lettere pronunciate dal giudice ma che bastano a sintetizzare la sentenza. Due ragazzi di 19 anni (all’epoca dei fatti) che hanno violentato una 18enne ad una festa in provincia di Firenze, sono stati assolti dall’accusa di stupro. Perché? Semplice, hanno pensato che «lei ci stesse».

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Assolti dall’accusa di violenza sessuale ai danni di una giovane, 18enne all’epoca dei fatti, perché non avrebbero saputo valutare il rifiuto da parte della ragazza, ma ne avrebbero presunto il consenso. Questo è quanto emerge dalle motivazioni di una sentenza di marzo 2023, con la quale il gup di Firenze ha assolto i due ragazzi processati con rito abbreviato, che avevano 19 anni nel 2018, «per errore sul fatto che costituisce reato».

Per il tribunale, infatti i due hanno sbagliato non tanto a violentarla, ma a dare per scontato che lei non avrebbe opposto resistenza, essendo ubriaca e quindi non in condizione di manifestare la sua volontà.

La sentenza

Una sentenza, riportata dal Tirreno, che spiega le motivazioni per cui il giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto gli allora 19enni non punibili, non condannabili, «per errore sul fatto che costituisce il reato».

Secondo quanto emerso durante il processo, che si è svolto con rito abbreviato, la ragazza in passato aveva già avuto rapporti sessuali con uno dei due, anche in presenza di altre persone.

Ciò avrebbe portato i 19enni (anche loro sotto gli effetti di alcol e forse droga) a dare per scontato il consenso della vittima, ubriaca e incapace di esprimere le sue volontà. Un pregiudizio bello e buono, però autorizzato dalla giustizia.

Dare per scontato. Silenzio assenso, insomma. Non ha detto no, quindi per i due era un via libera a fare di lei il proprio oggetto del piacere. E l’errata percezione, se non cancella l’esistenza oggettiva di una condotta di violenza sessuale, impedisce di ritenerla penalmente rilevante.

«Non essendo il delitto di violenza sessuale punito a titolo di colpa, non può essere considerato rilevante ai fini di una residua affermazione di responsabilità penale», spiega il giudice. 

Cosa era successo

I fatti per i quali i giovani erano imputati risalgono a marzo scorso, durante una festa in una casa privata intorno a Firenze e le motivazioni della sentenza sono state pubblicate solo nei giorni scorsi. Nel processo sulla vicenda di quella sera era coinvolto anche un ragazzino minorenne, che in un altro procedimento parallelo ha ottenuto la messa alla prova. 

Come riporta Il Tirreno, il magistrato ha comunque sottolineato come i due imputati siano «condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile, forse derivante di un deficit educativo e comunque frutto di una concezione assai distorta del sesso».

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