Le tensioni tra Italia e Francia sui migranti si ripercuotono alle frontiere del Nord. Code in entrata e in uscita a ponte San Ludovico tra Ventimiglia e Mentone per i controlli compiuti sui mezzi in transito da parte della polizia francese che così blocca l'ingresso in Francia dei migranti e attua eventuali respingimenti. Questa mattina, con famiglie e turisti in movimento per il weekend, i controlli hanno fatto aumentare le code.
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Migranti, perché la Francia rafforza i controlli: il pericolo di fuga
Dopo la decisione del ministero dell'Interno di Parigi di potenziare i controlli, uomini della Police nationale e della Géndarmerie coordinati dalla polizia di frontiera, sono impegnati su una quindicina di punti di passaggio, compresi i tratti di montagna, ma soprattutto stazioni ferroviarie, autostrade e piazzole di sosta secondo le precise disposizioni emanate della Dgnp, la Direzione generale della Police nationale. Una parte del personale di polizia (circa 500 uomini) è impegnato nella zona che sovrasta Pont saint Louis e Pont saint Ludovic, al confine franco-italiano dove si trovano i passi collinari percorsi da chi tenta illegalmente di entrare in Francia.
La paura di finire in trappola
Ora, con i controlli aumentati, c'è anche la paura di finire in quel recinto di rete metallica costruito vicino alla caserma della Géndarmérie a Menton Garavan. Il primo passo prima di venir riportati in Italia, basta aver in tasca lo scontrino di un bar italiano. Sono circa 80, in media, i migranti che vengono respinti ogni giorno dalle autorità francesi alla frontiera di Ventimiglia. Un numero che varia a seconda del periodo dell'anno, ma che comunque è in linea con l'ormai cronica emergenza umanitaria. Al confine, infatti, stazionano sempre, in media, circa 250 stranieri - in gran parte magrebini o dell'Africa subsahariana, ma anche afgani - che soprattutto di notte tentano di varcare clandestinamente il confine. Molti sono assistiti dalla Caritas e da altre associazioni.
La posizione di Giorgia Meloni
Ieri, la situazione dei respingimenti - le cosiddette “riammissioni passive” - è stata evidenziata dal premier Giorgia Meloni che ai francesi ha detto: «Sui migranti voi ci criticate, ma a Ventimiglia con i respingimenti fate di peggio». Molti stranieri respinti azzardano ancora di più e mettono a repentaglio la propria vita pur di espatriare. In sette anni, soltanto al confine si contano 28 vittime. I metodi utilizzati dalle autorità transalpine sono severi. Più di una volta sono stati utilizzati spray urticanti sui treni per far uscire gli stranieri dai bagni e sono stati rispediti in Italia molti minori spesso spacciati per maggiorenni. Secondo gli accordi internazionali se le autorità italiane riescono a dimostrare l'età inferiore ai diciott'anni quest'ultimo viene restituito alla Francia.
L'impegno dei passeur
Da segnalare anche l'incessante impegno della polizia di frontiera contro i passeur, che in cambio di lauti compensi - anche di centinaia di euro - si offrono di portare gruppi di stranieri in Francia: ma non di rado li lasciano all'ingresso di qualche sperduto e pericoloso sentiero collinare con l'invito di proseguire a piedi. In queste ore, poi, due gendarmi guardano anche all'interno delle auto, per assicurarsi che non vi siano migranti.
I controlli sui treni
Il commissario capo della polizia francese, Emmanuelle Joubert, ha ribadito che i controlli vengono effettuati su ogni convoglio, tutti i giorni 24 ore su 24: «Più poliziotti ci sono, più i confini saranno sigillati», ha spiegato ricordando poi il bilancio dei respingimenti francesi verso l’Italia dall’inizio del 2022: «Più di 28.000 mancate ammissioni (o respingimenti) a stranieri in situazione di irregolarità nelle Alpi-Marittime». I controlli di frontiera, infatti, si estendono a diversi dipartimenti e riguardano «stazioni, assi secondari in particolare vicino Mentone, le Alpi Marittime e le autostrade (soprattutto l’A8)».
La testimonianza di Dareh
I controlli, comunque, non fermano i tentativi di superare i confini da parte dei migranti. Dareh viene da Damasco, ed è insieme ad altrri connazionali. «È il secondo giorno che ci mandano via, a spintoni - dice -. Ma domani riproviamo. Magari di notte, qualcuno ci aiuterà». Tre ragazzi eritrei aspettano che un autobus li riporti a Ventimiglia: «Ci hanno detto di non provarci più, e che se passiamo per la montagna ci buttano di sotto», racconta spaventato Dawit, 21 anni. Una decina di ragazzi è stata ricacciata indietro in malo modo, avevano provato a salire sul treno per Marsiglia. Chris, cingalese, è uno di loro. «Mi hanno detto che, se raggiungo l'autostrada, a Bordighera c'è sempre qualche camionista che mi può nascondere e portare in Francia: costa 200 euro, è vero?».