Abitare la città: l'imperdibile occasione di città più accessibili

L'intervento di Daniela Manno, professore associato di Didattica e pedagogia speciale dell'Università Suor Orsola Benincasa

L'intervento di Daniela Manno, professore associato dell'Università Suor Orsola Benincasa
L'intervento di Daniela Manno, professore associato dell'Università Suor Orsola Benincasa
di Daniela Manno *
Mercoledì 26 Aprile 2023, 00:00
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L'intervento di Daniela Manno, professore associato di Didattica e pedagogia speciale dell'Università Suor Orsola Benincasa, si inserisce nell'incontro su Abitare la città: lo sguardo delle persone con disabilità, che l'Ateneo napoletano ha ospitato ieri nel ciclo di incontri su La città come comunità educante (programma completo fino al 5 maggio su www.unisob.na.it/eventi).

Nonostante le sue scogliere e ripidi vallate, Lussemburgo si è classificata prima nell'ultima edizione dell'Access City Award, la competizione che offre un riconoscimento culturale ed economico alle città europee che si impegnano per migliorare i propri livelli di accessibilità. Non solo ha superato le difficoltà di un territorio impervio, potenziato l'accesso alle informazioni e ai servizi, ma si è anche impegnata per l'abbattimento degli stereotipi legati alla disabilità. La città è riuscita nel suo scopo anche perché, seguendo i principi della progettazione universale, ha lavorato a stretto contatto con le persone con disabilità individuando soluzioni per loro funzionali e migliorando, al contempo, i livelli di accessibilità per tutte le persone, indipendentemente dalla presenza di disabilità o altri limitazioni. Si tratta di una filosofia progettuale e di un metodo di lavoro seguito anche da Helsinki e Barcellona, classificatesi rispettivamente al secondo e al terzo posto e da Porto, Palma di Maiorca e Lovanio che hanno ricevuto menzioni speciali per l'accessibilità in specifici ambiti. Progettare soluzioni accessibili per il maggior numero di persone possibili richiede, del resto, la comprensione profonda delle loro esperienze nei molteplici ambiti della vita in città che, purtroppo, ancora troppo spesso continuano a disabilitare, impedendo a molti la possibilità di condurre una vita indipendente e di qualità. Una disabilitazione troppo spesso ignorata da quanti credono che i funzionamenti dei soggetti dipendano in modo esclusivo dalle loro caratteristiche.

In Europa, secondo i dati presenti in Un'Unione dell'uguaglianza, la strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, degli 87 milioni di persone con disabilità che vivono negli stati dell'Unione, circa 3 milioni sono istituzionalizzati e fra questi un terzo è rappresentato da minori o adulti al di sotto dei 65 anni; il 50% non lavora e il 40% risulta inattivo; l'abbandono scolastico si raddoppia rispetto a quel 10% che interessa i giovani senza disabilità e il numero di quelli che conseguono un titolo di istruzione terziaria è inferiore del 10% rispetto al dato generale.

Se tanto, dunque, è stato fatto, ancora c'è molto altro da fare per costruire le condizioni che rendano possibile il godimento dei diritti che la Convenzione ONU del 2006 ha definitivamente e specificatamente sancito. L'Italia, che la Convenzione l'ha ratificata nel 2009 con la legge n.18, ha posto la disabilità come una priorità trasversale alle sei missioni del PNRR, prevedendo investimenti di circa 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, come dimostrano le recenti vicende legate alla misura per il sostegno ai percorsi di autonomia per le persone con disabilità la graduatoria definitiva non è ancora disponibile ma Open Polis ne ha operato una ricostruzione evidenziando alcune criticità le risorse non si traducono immediatamente in potenziamenti e miglioramenti dei servizi. Se, da un lato, l'assegnazione di alcuni fondi attraverso meccanismi competitivi non garantisce investimenti nei territori dove ce ne sarebbe più bisogno, dall'altro non sempre è favorita una fattiva sinergia fra enti locali, enti del terzo settore ed associazioni di persone con disabilità. Una sinergia che andrebbe indirizzata non solo all'adeguamento e al potenziamento delle infrastrutture ma anche, come ricorda anche il Garante per i diritti delle persone con disabilità della Regione Campania, a una revisione dei LEA dei servizi. Una sinergia auspicata anche dalle associazioni delle persone con disabilità e dal Forum del Terzo Settore che ha fra l'altro recentemente presentato il Manifesto Verso un nuovo sistema di Welfare che si poggia sui principi della prossimità, dell'universalismo e dell'inclusività. Una sinergia necessaria perché non si può parlare per tutti tenendo in conto solo il pensiero, i bisogni e le aspirazioni di alcuni. È a questo spirito di dialogo ed operativa collaborazione che si ispira il ciclo di seminari La città come comunità educante. Ripensare il vivere in città a partire da uno sguardo interdisciplinare e intersezionale organizzato dal Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell'Università Suor Orsola Benincasa.

* Docente di Didattica e pedagogia speciale Università Suor Orsola Benincasa 

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