Gentile direttore, nei primi mesi dello scorso anno vi fu una improvvisa e disperata necessità di reperire mascherine ovunque fossero disponibili. Gli ostacoli che si frapposero fra i produttori e gli acquirenti furono molteplici e, al di la’ delle speculazioni dei produttori che gonfiarono i prezzi a dismisura si aggiunsero le difficoltà logistiche con gli hub aeroportuali intasati ed una quasi inesistente chiarezza sulle certificazioni e le conseguenti autorizzazioni. In questo contesto si trovò ad operare il commissario Arcuri che, forse costretto dalla disperata necessità di approvvigionamento, non badò ad operare sufficientemente in modo del tutto chiaro. Il siluramento di Arcuri è dovuto presumibilmente al fatto che determinate trattative sono state condotte a titolo prevalentemente personale, anche tramite social, trattative che invece avrebbero dovuto seguire un iter ben più chiaro e documentato, evidenziando magari i rischi che le stesse, nell’emergenza, avrebbero potuto dar luogo se non espresse in modo chiaro e lineare all’opinione pubblica. Lei, Direttore, del caso Arcuri cosa pensa?
Lino De Rosa
Caro Lino, non tocca a me rispondere se l’ex commissario Arcuri abbia condotto regolarmente le trattative per l’acquisto delle mascherine e di altri apparecchi.