«Cicchetti» ai minorenni,
parliamo con i ragazzi

«Cicchetti» ai minorenni, parliamo con i ragazzi
Mercoledì 27 Aprile 2022, 06:00
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Gentile Direttore, sabato scorso sono stata in giro per il centro di Napoli con mia sorella. Entrambe abbiamo figli adolescenti che frequentano le strade di Napoli: una è al penultimo anno di liceo e l’altro è ormai prossimo alla Maturità. Ebbene, in alcuni bar del centro di Napoli, sia al centro storico che a Chiaia, abbiamo visto servire dai baristi “cicchetti” e bevande alcoliche a ragazzini sicuramente minorenni, senza chiedere carta d’identità e senza nessuno scrupolo. Abbiamo tremato al pensiero che magari in altri bar ci fossero i nostri figli con le loro compagnie: i ragazzi vogliono divertirsi, magari bere qualche birra in compagnia, lo capiamo. Ma se esistono regole vanno fatte rispettare, altrimenti a cosa servono le nostre raccomandazioni ai ragazzi prima di uscire? L’estate è dietro l’angolo, cosa succederà?
 

Donatella Romano
Napoli

Cara Donatella, di fronte ad argomenti come i minori e l’abuso di alcool, questa rubrica si trasforma da posta dei lettori a posta dei genitori.

Anche io ho un figlio di 17 anni. Le sue domande, i suoi timori sono anche i miei. Da papà non da direttore. Provo a dire come mi regolo, sempre con il beneficio del dubbio. Con i locali la legge va fatta rispettare senza se, senza ma e senza sconti. Con i ragazzi il mio modo di comportarmi è poca repressione, molta informazione e molto dialogo. Ai ragazzi i limiti vanno spiegati, mai in maniera paternalistica, e condivisi in un’ottica realistica di capacità di gestione del rischio nelle situazioni in cui loro sanno e percepiscono la possibile vulnerabilità che si obbligano a seguire: coinvolti dalle dinamiche di gruppo, dall’atteggiamento di sfida e di provocazione degli adulti e dalle norme imposte ma, secondo loro, ipocritamente disapplicate. Insomma, anche per l’uso e la prevenzione dall’abuso di alcol con i nostri figli dobbiamo parlare, parlare, parlare. 

Federico Monga

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