Chiusure e riaperture, la strategia non si vede

Chiusure e riaperture, la strategia non si vede
Martedì 6 Aprile 2021, 23:55 - Ultimo agg. 7 Aprile, 09:30
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Gentile Direttore, vorrei chiedere a chi apre, chiude e distanzia quali sono i parametri per parlare di assembramento. È evidente e tristemente ironica la mancanza di una direttiva. Negozi di abbigliamento chiusi ma quelli di sport, considerati vitali, vendono ogni tipo di indumento. Nei market, fruttivendoli ed ogni genere di alimentare si può sfiorare il vicino perché dinanzi al cibo non esiste pandemia. Parrucchieri ed estetiste, che ricevono due clienti alla volta sanificando, pulendo, sono i diavoli portatori di Virus quindi devono morire di fame. Gli ambulanti? Niente da fare, la folla davanti alle loro bancarelle sarà superiore a quella che ormai vediamo tutti i giorni nelle aree che circondano i parchi chiusi. Infine ci sono loro, i cinesi, a cui è permesso tutto. Almeno prendeteci in giro ma con logica!

Elena Allaria
Napoli

Cara Elena, francamente da questo governo, anche nella gestione dei divieti, delle aperture, delle chiusure e dei distanziamenti mi sarei aspettato qualcosa di più anzi di meglio o, per lo meno, di più logico rispetto al caos dell’esecutivo precedente.

I negozi ad esempio: basterebbe contingentare gli ingressi così come per parrucchieri e barbieri che già da tempo si sono organizzati a lavorare su appuntamento e invece stanno facendo come lo jo-jo, un po’ chiusi un po’ aperti senza una razionale giustificazione. Per chi amministra la cosa pubblica farsi capire dai cittadini è una priorità. Non sta avvenendo. Continua a regnare una discreta confusione nelle decisioni che si rincorrono senza un filo conduttore. Per il settore del commercio credevo, o per lo meno auspicavo, passasse la linea del maggior numero di aperture possibili ma con regole ferree nell’accesso. Ma in Italia per far rispettare le regole in maniera rigorosa ci vorrebbe Superman e il primo ministro Draghi, pur con tutte le sua qualità e le eccessive aspettative sulla sua azione, non è un supereroe. 

Federico Monga

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