Libri digital o di carta, leggere è (anche) una cura

Libri digital o di carta, leggere è (anche) una cura
Martedì 1 Marzo 2022, 00:00
2 Minuti di Lettura

Caro direttore,
mi piange davvero il cuore nel dovermi dividere, dopo quasi sessant’anni, dalla mia mole di libri, circa 3000, considerando che lo spazio non è infinito. Libri di tutti i tipi che non interessano più a nessuno e nessuno vuole, anche in famiglia. Una catasta l’ho donata alla biblioteca della congregazione, ma vedo che anche qui, come nelle biblioteche comunali, i lettori sono sempre meno, mentre gli scrittori sono in aumento. In Italia, si sa, si vendono pochi libri e non si legge abbastanza. Mi rendo conto che le tecnologie hanno sostituito la carta stampata. E io dovrò, a malincuore, farmene una ragione. Il libro rimane sempre una fonte di arricchimento culturale, intellettivo, sociale, etico e morale. La poetessa e scrittrice francese Marguerite Yourcenar diceva: “Istituire biblioteche e librerie è come edificare granai pubblici, ammassare riserve contro un imminente inverno dello spirito”.

Franco Petraglia
Cervinara (Avellino)

Caro Franco,
più che il libro di carta va difesa la lettura sotto tutte le forme. Portarsi una biblioteca di tremila libri dentro un piccolo iPad può essere anche di una comodità estrema.

Bisognerebbe sviluppare, per stare al passo con i tempi le biblioteche digitali. Il guaio è che la gli indici di lettura stanno crollando in gran parte del mondo occidentale mentre stanno crescendo in Cina e nei Paesi emergenti. Non ne farei una questione di mezzo. Anzi il digitale offrirebbe molte più opportunità. Purtroppo invece si legge e si studia poco. 

«Una libreria è una chiave inglese regolabile per aprire la testa» (Matthew Tobin Anderson)
«Le librerie sono come le farmacie: sui banchi sono esposti molti prodotti che fanno male e pochi rimedi per stare meglio» (Romano Battaglia)
«Una casa senza libreria è una casa senza dignità, ha qualcosa della locanda, è come una città senza librai, un villaggio senza scuole, una lettera senza ortografia» (Edmondo De Amicis)
«Avevo tenuto molti reading, cominciando dalle librerie, poi le università, infine i night club» (Charles Bukowski)

Federico Monga

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