Svegliarsi in una casa sull'albero. Guardare le stelle da una fotocamera in vetro. Dormire in una vecchia roulotte, mangiare nel pullmino Volkswagen in stile figli dei fiori, rilassarsi nella natura, in luoghi isolati, sazi di cibo genuino e circondati da animali in libertà. Questo e molto altro è il glamping, alla lettera glamour camping, dai radicali del settore sminuito come «posh camping». L'esperienza, infatti prova a coniugare quella che dovrebbe essere vacanza più spartana ai confort, in qualche caso al lusso, con gradazioni in cui prevale l'uno o l'altro aspetto.
Anche in Campania la tendenza sta prendendo piede e ormai sono decine le strutture che offrono casette di legno e tende nel bosco (già montate e confortevoli), sparse nelle varie province, dalle isole alle costiere, dal Cilento all'Irpinia. Prezzi variabili perché, spiega l'esperta Marcella Carbone, giurista napoletana con un passato da influencer del genere, «l'esperienza non dipende mai dal prezzo. Mi sono trovata a vivere momenti indimenticabili sia in glamping economici che in quelli costosi».
Una delle prime strutture a fiutare la moda è stato il Procida Camp & Resort, con due punti situati nel cuore dell’isola di Arturo. Qui chi vuole approcciarsi al glamping ha praticamente tutto ciò che l’esperienza può offrire: bungalow di legno, tende-suite, caravan «airstream» in mezzo ad alberi e piante di limone, con i transfer dal porto a bordo di vecchie jeep militari.
A Sorrento, in una radura di via Capo, c’è il Santa Fortunata che si presenta come ostello glamping. Dispone di una serie di casette in legno con tanto di patio, tra cui alcune in cui la camera è sopraelevata, come una palafitta senz’acqua, e lo spazio sottostante accoglie amache e divanetti.
Per la provincia di Caserta non si possono non citare i laghi Nabi, a Castel Volturno, frutto di una ardita scommessa imprenditoriale che ha convertito i vecchi invasi per l’irrigazione in specchi d’acqua balneabili. Attorno, in un’atmosfera «tribe», si può mangiare, ballare e soprattutto dormire in stanze uniche: enormi tende safari, camere con jacuzzi vista lago e persino in una casa galleggiante.
Glamping uguale verde? E cosa c’è di più verde, in Campania, dell’Irpinia? La casa di Mimma è un cottage in stile inglese posto su una collina vicino Caposele, dove nasce l’acqua che abbevera mezzo Sud. All’interno di un’offerta classica, il luogo ha una proposta alternativa: gli ospiti possono dormire in una camera posta su un grande albero. Le immagini che la ritraggono innevata sono davvero suggestive, ma anche quelle primaverili fanno un certo effetto.
Le casette tra i rami sono un po’ il simbolo di certo glamping. E così a San Giovanni a Piro, nei pressi di Scario, in Cilento, una piccola fattoria ne fitta una, con recensioni molto alte per la genuinità del posto. Si legge: «Per i nostri ospiti ci sono tre ettari di terreno con ulivi, alberi da frutto e querce secolari, una natura vivida, un ruscello, animali selvatici. Vicino alla casa c'è una voliera con tre pavoni (mio papà si occupa di loro tramite un accesso secondario che non disturba la privacy degli ospiti. D'estate il maschio in amore fa sentire il suo richiamo)». A Castellabbate c’è una «sky room», una stanza vetrata a forma di bolla in cui domina un ampio letto matrimoniale, sull’esterno sedie a dondolo e parquet.
La costiera amalfitana non può mancare all’appello. A Praiano il Faro degli Dei accoglie i visitatori in tende canadesi superarredate, in un’area incastonata tra le alture del sentiero degli dei, tra rocce e panorami mozzafiato. C’è poi l’agricampeggio della costiera a Maiori, località Cannaverde. Qui l’esperienza è radicale e riguarda anche l’alimentazione: i responsabili promettono di trasformare gli ospiti in «contadini volanti» invitandoli a conoscere le tecniche di coltivazione dei limoni e partecipare al processo di produzione del limoncello da degustare la sera al chiringuito, tra amache e tende illuminate a picco sul mare.