India, al via le elezioni che durano 44 giorni: 40 partiti provano a battere Modi

Seggi aperti da oggi al primo giungo per 949 milioni di persone, il 12% della popolazione mondiale. Il voto più costoso della storia

Un manifesto elettorale di Narendra Modi
Un manifesto elettorale di Narendra Modi
di Riccardo Palmi
Venerdì 19 Aprile 2024, 19:27
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Il gigante al voto. Qualche numero: 949 milioni di elettori, il 12% della popolazione mondiale. Sette turni di voto spalmati su 44 giorni, dal 19 aprile al 1 giugno (per i risultati però bisognerà pazientare fino al 4). E una maxi coalizione da più di 40 partiti che proverà a impedire il terzo mandato consecutivo del premier uscente Narendra Modi. Sono le elezioni più grandi e più "democratiche" del mondo quelle appena cominciate in India. 

Elezioni India, l'inchiostro indelebile sul dito degli elettori contro le frodi

Un milione i seggi allestiti nel Paese più popoloso al mondo, sorvegliati da 15 milioni di membri delle forze dell'ordine e scrutatori. Per una spesa totale di circa 8 miliardi di euro, che ne fanno le elezioni più costose della storia. Modi, che è al potere dal 2014, cerca la riconferma alla guida della quinta economia mondiale. Che punta a diventare la terza nel giro dei prossimi tre anni, facendo leva sulla crescita di settori come l'industria high-tech. Dalla sua il primo ministro ha gli ottimi risultati del Pil che galoppa: tra il 2022 e il 2023, il Paese è cresciuto di oltre il 7 per cento. Trainato proprio da tecnologia e innovazione, che hanno trasformato intere aree del subcontinente indiano in vere e proprie "Silicon valley" asiatiche. 

Gli equilibri internazionali

Non solo. Modi, tra i suoi "asset", ha pure le buone relazioni intrecciate in questi anni sia con gli Stati Uniti che con le altre potenze del G7. Tra cui l'Italia, con la premier Giorgia Meloni che negli ultimi mesi si è recata più volte in India (con tanto di "meme" ironici sui social sui buoni rapporti della coppia, ribattezzata "Melodi"). Ma in virtù di una politica estera improntata all'equilibrio, Modi ha sviluppato un rapporto positivo anche con la Russia di Putin, scegliendo la linea della neutralità per quanto riguarda i conflitti internazionali. Così come con la Cina di Xi, seppure con quest'ultima sia forte la competizione a livello regionale e globale. Mentre permane la rivalità con il Pakistan, per il controllo della regione del Kashmir indiano. Una crescita a tutti i livelli che fa dell'India un attore sempre più pesante sullo scacchiere economico e geopolitico globale. Di cui, dunque, non si può non tenere conto. 

Nonostante il boom economico degli ultimi anni tuttavia restano i problemi legati alle disuguaglianze, che non si sono ridotte. Molti lavoratori sono sottopagati, e il 40% dei laureati under 25 non trova lavoro (contro il 7,5% della Cina). Non è tutto. Secondo Freedom House, restano problemi legati alla corruzione e alla politicizzazione della magistratura. Ma anche alla violenza e alle discriminazioni subite dagli appartenenti alle caste più basse, nonostante le garanzie assicurate loro a livello costituzionale. Discriminazioni che si rivolgono anche nei confronti della minoranza musulmana, il 14% della popolazione del subcontinente: per gli oppositori, Modi avrebbe incoraggiato la propaganda anti-musulmana nel Paese. Infine il problema delle violenze sessuali e degli abusi sulle donne, che negli ultimi anni più volte ha fatto scalpore sui media di tutto il mondo: in India si registrano circa 90 denunce di stupro ogni 24 ore. 

L'opposizione

Su tutti questi aspetti intende fare leva l'opposizione di sinistra per sfilare la premiership a Modi. A sfidarsi per la vittoria  sono la coalizione nazionalista National Democratic Alliance guidata dal Bharatiya Janata Party del premier uscente e l’Indian National Developmental Inclusive Alliance, il fronte dell'opposizione formato da oltre 40 partiti. In palio, i 543 seggi della Camera bassa. E il governo di un gigante economico e politico con cui l'Occidente sarà sempre più chiamato a confrontarsi a tutti i livelli.