Putin, generale Battisti: «Rafforzato da fallimento Wagner, toglie di mezzo fronda interna». E crolla la popolarità di Prighozin

L'intervento del primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico dopo il tentato ammutinamento in Russia

Putin, generale Battisti: «Rafforzato da fallimento Wagner, toglie di mezzo fronda interna». E crolla la popolarità di Prighozin
Venerdì 30 Giugno 2023, 19:01 - Ultimo agg. 1 Luglio, 08:49
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Mentre per un sondaggio indipendente il tentato ammutinamento della sua Wagner ha portato a un crollo della popolarità di Yevgeny Prigozhin in Russia, ad un ridimensionamento di quella del suo nemico dichiarato, il ministro della Difesa Serghei Shoigu, e quella del presidente Vladimir Putin non risente in nulla degli ultimi avvenimenti, rimanendo oltre l'80%, anche il generale Giorgio Battisti, primo comandante del contingente italiano della missione Isaf in Afghanistan e membro del Comitato Atlantico, legge negli ultimi avvenimenti potenziali vantaggi per il presidente russo: «Sono quasi portato a pensare che Putin ne esca rafforzato perché sta togliendo di mezzo tutti quelli che lo criticavano», dice.

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Il sondaggio

Secondo un sondaggio del centro statistico indipendente Levada riportati dal sito indipendente Meduza - entrambi "bollati" come agenti stranieri dalle autorità russe - condotto tra il 25 e il 28 giugno, il tasso di approvazione di Prigozhin si è dimezzato rispetto a una settimana prima, crollando dal 58% al 29%.

La popolarità di Shoigu si è ridotta nello stesso periodo dal 60% al 48%. Infine, per quanto riguarda Putin, il suo tasso di approvazione ha perso 3 punti nel giorno dell'insurrezione, sabato scorso, scendendo al 79%, ma poi è risalito all'82% quando la crisi è finita.

 

Gli effetti del tentato golpe

«È molto difficile poter affermare adesso che Putin sia uscito indebolito da questa vicenda perché è passato troppo poco tempo e le informazioni sono ancora scarse. Russia e Ucraina nel far trapelare notizie tengono conto di essere in guerra, questo vale anche per l'Occidente che si basa su intelligence inglese, americana e ucraina», dice all'Adnkronos il generale Battisti.

Quanto alla trattativa che sta portando avanti il Vaticano aggiunge: «Indubbiamente queste iniziative del Vaticano, che è una figura internazionale super partes, accendono qualche speranza che al di sotto della diplomazia pubblica qualcosa stia avvenendo. Ma è ancora troppo presto per saperlo». «Ora - dice il generale - bisogna vedere cosa succederà sul campo di battaglia prima del 12 luglio quando ci sarà il summit dell'Alleanza Altlantica a Vilnius. Se l'Ucraina dovesse arrivare a quel tavolo con discreti risultati di riconquista del territorio, potrebbero cambiare i rapporti di forza, ma se i tentativi di offensiva, come sta accadendo adesso, non dovessero ottenere grandi risultati, purtroppo non cambierà nulla».

La mossa della Wagner

Tornando alla mossa della Wagner il generale Battisti chiarisce: «Il fatto che la Wagner sia riuscita a organizzare, pur fallendo, la marcia su Mosca per rivendicare i propri interessi di società, suggerisce che anche qualche altro gruppo di potere potrebbe farlo in futuro. Questo potrebbe aver fatto perdere a Putin la sicurezza che tutti i gruppi forti che ruotano attorno al suo governo e alla sua persona siano allineati al suo pensiero. Ma se noi prendiamo il tentativo di colpo di Stato che è avvenuto a luglio del 2016 in Turchia che più o meno si è sviluppato come quello della Wagner vedremo che il governo ne è uscito rafforzato».

«Leggevo su alcuni siti stranieri che la polizia militare russa è andata in Siria per mettere in stato di fermo alcuni comandanti della Wagner - aggiunge - È in atto una forma di repressione non troppo evidenziata per togliere tutti quelli che non vengono considerati allineati con il presidente Putin. Bisogna vedere se Putin andrà avanti nei prossimi giorni con questo metodo e sono quasi portato a pensare che tutta questa situazione lo abbia rafforzato».

La trattativa vaticana

Per quanto riguarda la trattativa vaticana il generale Battisti spiega: «Il cardinale Zuppi era stato a Kiev, dove era stato ricevuto da Zelensky per una forma di cortesia istituzionale e diplomatica ma non aveva ottenuto niente. Il presidente ucraino aveva detto che non aveva bisogno dei buoni servizi del Vaticano per arrivare a una pace che fosse favorevole all'Ucraina ovvero al ritiro dei russi da tutti i territori compresa la Crimea. Dai Russi formalmente è stato accolto meglio perché ha avuto un colloquio con monsignor Kirill, ha potuto celebrare alcune messe per la pace. Il portavoce di Putin ha detto che la Russia vede di buon grado queste iniziative del Vaticano anche se al momento non ci sono le premesse per avviare una trattativa di pace». «Detto questo bisognerebbe avere conoscenza del contenuto fuori dai radar dei due colloqui, quello con Zelenski e quello con Kirill - aggiunge - Forse lo sapremo tra qualche tempo. La diplomazia ha una parte pubblica e una parte che rimane sotto traccia. Indubbiamente queste iniziative del Vaticano, che è una figura internazionale super partes, accendono qualche speranza che al di sotto della diplomazia pubblica qualcosa stia avvenendo. Ma è ancora troppo presto per saperlo».

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