Bimba morta senza cure nel Napoletano, indagati due pediatri

Oggi l’autopsia della neonata deceduta dopo essere stata respinta dall’ospedale

L'ospedale di Boscotrecase
L'ospedale di Boscotrecase
di Dario Sautto
Mercoledì 27 Dicembre 2023, 23:53 - Ultimo agg. 30 Dicembre, 10:09
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Si tiene oggi l’autopsia sul corpo della bimba di tre mesi in crisi respiratoria respinta dall’ospedale perché non ha il pronto soccorso e morta durante il trasferimento. Ci sono due pediatri indagati per il decesso della piccola Maria (nome di fantasia), una neonata di Torre Annunziata che aveva compiuto tre mesi il giorno prima di perdere la vita per le complicanze di una sospetta bronchiolite.

Un atto dovuto, quello che ha spinto la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituto Marta Agostini) ad iscrivere nel registro degli indagati i due medici – uno di base, l’altro contattato privatamente dai genitori della bimba – che avrebbero prescritto una cura senza visitare la piccola e senza suggerire ai familiari di portare Maria in ospedale prima della crisi respiratoria fatale. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati ieri, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata e avviate dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, intervenuti al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo dopo il decesso della piccola. 

La triste vicenda si è verificata nella giornata del 23 dicembre ed ha destato particolare scalpore poiché il papà, insieme ad un passante che lo ha soccorso in auto mentre attendeva l’arrivo di un’ambulanza del 118, aveva portato inizialmente la piccola all’ospedale Sant’Anna e Maria SS della Neve di Boscotrecase, dove però il reparto d’urgenza non c’è da oltre tre anni perché fu chiuso durante l’emergenza Covid per dare spazio alle cure per i lungodegenti.

Da allora, tra piani sanitari e promesse, il pronto soccorso non è mai stato riaperto per carenza di personale. 

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All’ingresso della struttura ospedaliera boschese, Maria sarebbe stata «respinta» e indirizzata al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove è presente anche la terapia intensiva neonatale con personale specializzato. Lì, però, la piccola di tre mesi è arrivata già priva di vita e i medici, dopo un vano tentativo di rianimazione, non hanno potuto far altro che constatare il decesso della bimba.

Il ministero della Salute, fa sapere il deputato del M5s Orfeo Mazzella, avvierà una azione ispettiva. «Quanto è successo è vergognoso», attacca il parlamentare che ha avuto un colloquio con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Appena due giorni prima della tragedia, Mazzella aveva presentato una interrogazione per chiedere la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase. Sul caso è stata aperta anche un’inchiesta interna all’Asl Napoli 3 Sud, che servirà a chiarire tutti gli aspetti legati ai soccorsi che, però, da una prima analisi sembra siano stati avviati secondo la prassi. Alle 11,45 del 23 dicembre, la centrale operativa del 118 ha allertato il pronto soccorso del San Leonardo dell’imminente arrivo di una bimba in codice rosso che avrebbe raggiunto l’ospedale «con mezzi propri».

Dopo la richiesta di soccorso, infatti, il papà di Maria sarebbe sceso in strada con la bimba in braccio e pochi istanti dopo avrebbe trovato qualcuno che gli ha dato un passaggio, prima che arrivassero i mezzi sanitari. Un’azione che ha velocizzato i soccorsi, ma che purtroppo non è servita a salvare la vita della piccola. L’odissea a Boscotrecase prima e l’arrivo a Castellammare hanno consegnato ai medici solo il triste compito di registrare il decesso della bimba alle 12,20, pochi minuti dopo il ricovero. In ospedale Maria è arrivata già priva di vita e, almeno dai primi accertamenti, neanche soccorsi più rapidi l’avrebbero salvata. 

L’attenzione degli inquirenti, dunque, si concentra tutta sulle cure mancate o approssimative che sarebbero state prestate alla neonata nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Uno dei due pediatri indagati – secondo una prima ipotesi tutta da accertare – avrebbe prescritto una cura di farmaci senza neanche visitare la bimba, che molto probabilmente era affetta da una bronchiolite che, dunque, non sarebbe stata curata a dovere. L’altro medico, invece, secondo l’ipotesi al vaglio degli inquirenti non avrebbe consigliato giorni prima il ricovero della bambina in ospedale.

«È una tragedia assurda – dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli –. Purtroppo in Campania non si riesce a riaprire alcuni pronto soccorso dopo il covid a causa della mancanza di personale. Spesso i bandi vanno deserti. Inoltre a causa dei tagli del governo e delle norme sulla distribuzione nazionale dei fondi nella nostra regione arrivano sempre meno risorse per la sanità».

«Occorre fare ogni sforzo per riaprire i pronto soccorso chiusi, a partire da quello di Boscotrecase – ricorda Valeria Ciarambino, vicepresidente del consiglio regionale e componente del Gruppo Misto – e inserire l’obbligo di prestare i primi due anni in pronto soccorso per tutti i nuovi bandi di concorso, con un incentivo economico». «Resta comunque la gravità di una situazione intollerabile sul fronte della sanità che viene costantemente negata in Campania, e che fa emergere in tutta la sua drammaticità pure l’inesistenza di una adeguata rete pediatrica. È innegabile che nella nostra regione si continua a morire per il mancato riconoscimento di un diritto fondamentale» afferma invece Severino Nappi, capogruppo della Lega nel consiglio regionale.
 

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