Anna Scala uccisa dall'ex a Sorrento, la rabbia della figlia ai funerali: «Mia madre poteva essere salvata»

Fermo convalidato per l'assassino Salvatore Ferraiuolo: il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcare

Maria, figlia di Anna Scala, segue il feretro della madre
Maria, figlia di Anna Scala, segue il feretro della madre
di Dario Sautto
Sabato 19 Agosto 2023, 23:55 - Ultimo agg. 20 Agosto, 16:20
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«Per mia mamma voglio solo giustizia». Maria è ancora sotto choc, ma affida poche parole al suo cognato avvocato Giovanni De Gennaro. Lei è la figlia di Anna Scala, la 56enne di Vico Equense uccisa a coltellate giovedì poco prima delle 13 in un garage a Piano di Sorrento dal suo ex compagno Salvatore Ferraiuolo, 54enne finito in carcere poche ore dopo il delitto. Anna aveva denunciato Salvatore lo scorso 24 luglio, integrando la denuncia il giorno dopo a causa di una telefonata di minacce. Ma le violenze andavano avanti da anni: già nel 2012 lo aveva denunciato, ma dopo qualche giorno aveva deciso di ritirare le accuse e di riaccoglierlo in casa. Alcuni anni fa, poi, il problema maltrattamenti si era riproposto e Anna si sarebbe rivolta anche ad un centro antiviolenza, senza andare fino in fondo, ma confidandosi in famiglia. 

Secondo i familiari «Anna poteva essere salvata – spiega l’avvocato De Gennaro – perché c’erano tutti i segnali per intervenire. Le autorità hanno sottovalutato il caso, perché la denuncia c’era e, se lei aveva ritirato quelle in passato, era stato solo per timore di conseguenze. Stavolta lei era determinata ad andare fino in fondo». Dopo la denuncia, per qualche giorno Ferraiuolo avrebbe tempestato di telefonate Anna e tutti i familiari, prima di essere bloccato sulle varie utenze. A quel punto sarebbe scomparso, per ricomparire direttamente nel giorno del delitto. «Di mattina lo abbiamo visto in giro vicino casa di Anna» raccontano alcuni conoscenti della donna. 

Ieri pomeriggio, nella chiesa di San Renato a Moiano, frazione collinare di Vico Equense dove la coppia conviveva fino a un paio di mesi fa, è stato celebrato il funerale di Anna.

Un amico racconta che «ci siamo incontrati la scorsa settimana e Anna ci ha detto “questa è l’ultima volta che ci vediamo”, sentiva di essere in pericolo». Nonostante ciò, Anna «negli ultimi tempi aveva deciso di vivere la sua vita normalmente, nonostante i consigli dei fratelli, che le chiedevano maggiori cautele. Ovviamente evitava i luoghi isolati ma non è bastato – conferma l’avvocato De Gennaro – anche se alla fine nessuno si aspettava che Salvatore potesse trasformarsi in un assassino». 

Vecchi problemi di tossicodipendenza che tornavano periodicamente, Salvatore Ferraiuolo – si legge nella denuncia presentata il 24 luglio dalla vittima – aveva picchiato Anna anche un anno fa, facendole saltare alcuni denti. L’aggressione avvenne a casa di un’amica, ma lei decise di non denunciare. La relazione tra i due si era incrinata definitivamente un mese fa: lei se n’era andata da casa e si era rifugiata dai genitori, sempre lì a Moiano. Giovedì, poi, si è consumata la tragedia. Ferraiuolo – pescatore e molto noto in zona – ha pedinato Anna, l’ha seguita a Piano di Sorrento dove aveva un appuntamento da una cliente. E lì l’ha accoltellata a morte, provando a far sparire il cadavere nel bagagliaio. Solo l’intervento di alcuni residenti ha messo in fuga l’assassino, che dopo l’arresto ha confessato il delitto passionale. 

 

«Ero geloso, ero sicuro che lei avesse un altro» ha detto al magistrato che lo ha interrogato nella caserma dei carabinieri di Sorrento, prima del trasferimento in carcere. Secondo il legale della famiglia «c’è qualcosa da rettificare nella gestione del “codice rosso”: vanno potenziate le sezioni delle Procure che si occupano di questa vera e propria emergenza nazionale e, soprattutto, deve essere data maggiore discrezionalità a chi indaga, a chi è sul territorio, a chi conosce le persone coinvolte: una misura cautelare, anche solo un braccialetto – ripete – avrebbe evitato questa tragedia». Ora, insieme all’avvocato Salvatore Esposito, Giovanni De Gennaro è pronto a costituirsi parte civile per conto dei familiari di Anna Scala. 

Ieri, dinanzi al gip del tribunale di Torre Annunziata, Antonello Anzalone, Ferraiuolo ha reso un lungo interrogatorio nel corso dell’udienza per la convalida del fermo emesso d’urgenza dalla Procura (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituto Federico Nesso) dopo le indagini lampo dei carabinieri della compagnia di Sorrento. In serata, il giudice ha convalidato il fermo per omicidio premeditato, con il reato di maltrattamenti assorbito in esso, ed ha emesso un’ordinanza con la quale ha disposto la custodia cautelare in carcere. 

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Una folla di familiari, amici e conoscenti di Anna ha riempito la chiesa di San Renato a Moiano. In chiesa, accanto ai familiari e al primo cittadino di Vico Equense Peppe Aiello, erano presenti tutti i sindaci della Penisola Sorrentina, a cominciare da Salvatore Cappiello, di Piano di Sorrento. Un lungo applauso ha accompagnato il feretro dopo la funzione funebre, che è stata officiata dal parroco don Maurizio Esposito, assieme a tutti i sacerdoti di Vico Equense e Piano di Sorrento. «Anna aveva pregato qui in chiesa prima di andare a lavorare – ha detto don Maurizio – aveva paura, ma non ha mai smesso di vivere. Ora facciamo fatica ad immaginare il dolore che ha sofferto Anna – ha detto il celebrante nel corso della sua omelia – è inaccettabile e inspiegabile. La violenza equivale a morte e non ha mai senso e spesso anche uno schiaffo, una minaccia o una parola sono dei segnali. Non bisogna avere superficialità e dobbiamo essere più attenti ai gesti. La nostra è una preghiera, un grido per tutte le vittime innocenti come Anna».
 

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