Città della Scienza, la Regione dice sì alla nuova «casa»

Città della Scienza, la Regione dice sì alla nuova «casa»
di Luigi Roano
Sabato 9 Aprile 2022, 00:01 - Ultimo agg. 18:04
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Anche la Regione dice di sì alla nuova casa a Bagnoli di Città della Scienza, la proposta del presidente Riccardo Villari di collocarla nel parcheggio attiguo all’ingresso dello Science center - suolo già bonificato - trova il consenso dell’assessore all’Urbanistica della Regione Bruno Discepolo. A nove anni dal rogo, finalmente si vede uno spiraglio concreto per la ricostruzione. Un iter ben avviato perché la ministra per il Sud Mara Carfagna a Il Mattino ha ipotizzato che nella Cabina di regia sull’ex area Italsider, che si terrà entro questo mese, possa essere all’ordine del giorno. Del resto sono disponibili ben 36 milioni, oltre ad altri finanziamenti, una leva fondamentale per venire fuori dal pantano decisionale che dura dal 2013 per non perdere risorse preziose ma congelate da anni. Un sito dietro la linea di costa, ma vicinissimo al luogo originario dove è stato appiccato l’incendio. «Una proposta - racconta Discepolo - che ho fatto anche io e faccio mia. Città della Scienza è un punto importante per noi. La Carfagna tiene molto a questo luogo come tutti noi. La governance di Bagnoli ora deve monitorare la situazione e far sì che il Museo possa rinascere». 

Villari al riguardo manifesta grande soddisfazione. «Il mio ottimismo nasce da due considerazioni. Per prima cosa c’è l’allineamento di tutte le istituzioni, Governo, Regione e Comune, con la coincidenza che il sindaco è anche commissario per Bagnoli.

Un contesto nel quale il territorio torna a essere protagonista. E questo grazie alla ministra Carfagna che per la prima volta nell’era Manfredi ci fa entrare in Cabina di regia, prima non eravamo nemmeno ascoltati. L’amministrazione precedente aveva un approccio ideologico, oggi come obiettivo abbiamo trovare soluzioni e noi l’abbiamo trovata». Villari insiste sul punto. «Sta emergendo un metodo, facciamo le cose che si possono fare e sono possibili, poi quando arriveremo alla colmata e alla bonifica del mare vedremo come affrontare il problema. Oggi non a caso si parla di Città della Scienza come una cosa che si può fare per dare un segnale a un pezzo di questo quartiere che non è solo 230 ettari dell’area ex Italsider ma un quartiere storico della città e dobbiamo integrare quello che si sta realizzando a Bagnoli con i bagnolesi che non sono spettatori passivi. Loro hanno un territorio ferito dall’inquinamento e fare quello che si può fare subito è un metodo che ridà fiducia e speranza. Anche i contenziosi in atto sono figli di una distonia tra le amministrazioni perché c’era una posizione ideologica del Comune. Oggi le cose stanno diversamente». 

Villari è speranzoso e già pensa allo step successivo della ricostruzione post rogo. «A cinque minuti da Città della Scienza - racconta - c’è l’hotel San Germano sostanzialmente abbandonato. Siamo pronti ad acquistarlo e potrebbe diventare uno snodo importante per il nostro turismo congressuale. Prima dell’incendio a Città della Scienza venivano 200mila persone all’anno, numeri che sono al livello dei musei più importanti di Napoli». Questo il ragionamento del presidente dello Science center: Abbiamo l’aula Newton che può contenere mille persone, i congressisti che vengono a Napoli alloggiano sul lungomare, addirittura dei tour operator li spostano a Sorrento. Il San Germano ha 130 stanze e potremmo ospitare ben 250 persone a cinque minuti da Città della Scienza. Rilevare il San Germano e farlo diventare una nostra struttura ricettiva potrebbe essere molto positivo. Una idea che voglio condividere con le Istituzioni, si arricchirebbe lo Science center perché sarebbe una patrimonializzazione». 

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Parola ancora a Discepolo che, dopo la sentenza con la quale la Corte d’Appello ha stabilito dopo 15 anni di processi come la bonifica sia stata fatta, avanza una serie di riflessioni. «Dobbiamo capire prima di tutto quanto è costato alla città il processo. Penso che si vada molto oltre la cifra di 100 milioni vale a dire il valore dei suoli rimasti invenduti perché sequestrati dalla magistratura. E la conseguenza è stata che gli investitori si sono allontanati». Per Discepolo «dopo tanti anni è necessario capire anche altre responsabilità. Ovvero se sono solo della politica o anche della classe dirigente napoletana. Napoli è rimasta priva dello sviluppo che doveva avere. Ora dobbiamo vedere quali territori sono già in sicurezza e metterci subito al lavoro».

La sentenza mette in discussione molte cose, al netto di un dubbio che in queste settimane assale Manfredi e la Cabina di regia. Cioè se la bonifica del mare sia possibile, costa un miliardo, e se sarà sufficiente a restituire la balneabilità delle acque. «Le decisioni vengono prese in sinergia da tutte le Istituzioni. Forse con la bonifica il mare sarà più balneabile, ma non è detto che sia più sicuro. Per me va difesa l’idea che a Napoli sia restituita la spiaggia pubblica. Se riuscissimo a ottenere questo risultato sarebbe un grande successo, in caso contrario dobbiamo trovare una soluzione diversa». 

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