Emergenza rifiuti a Napoli, torna l'assedio della monnezza nel salotto della città

Emergenza rifiuti a Napoli, torna l'assedio della monnezza nel salotto della città
di Daniela De Crescenzo
Lunedì 30 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 08:33
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Sacchi pieni di spazzatura davanti alla chiesa di Santa Caterina a Chiaia, cumuli di rifiuti davanti all'ingresso della scuola Pertini del rione Don Guanella, bidoni stracolmi in via Fausto Coppi nella periferia Est, immondizia dovunque ai Tribunali: la città continua a essere sporca e, giorno dopo giorno, appare sempre più difficile da vincere la sfida di Asìa, la società incaricata della raccolta.

I numeri parlano chiaro. Questo mese abbiamo avuto una produzione di rifiuti del 17 per cento in più rispetto a novembre (150 tonnellate in più) e del 3,1 per cento in più (50 tonnellate) rispetto al dicembre 2018. Secondo i vertici aziendali si stanno raccogliendo i rifiuti prodotti da 41.000 utenti in più. Più o meno come se tutta la città di Avellino si fosse riversata a Napoli. Non solo: anche la diminuzione della raccolta differenziata della frazione umida passata dalle 14728 tonnellate del 2018 alle 7821 del 2019, ha contribuito a peggiorare la situazione.

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Ora si cercano i rimedi per evitare il disastro. «Abbiamo ottenuto di aumentare i conferimenti - spiega la presidente di Asìa, Maria De Marco - e ogni domenica lo stir di Caivano sta restando aperto per noi. Ciononostante al momento (nella mattinata di ieri, ndr) abbiamo ancora quaranta camion pieni che non sono riusciti a sversare negli impianti di tritovagliatura». Ovviamente se non scaricano i rifiuti i mezzi non possono raccoglierne altra e la situazione diventa sempre più difficile.

Per risolverla è ormai evidente che bisogna affrontare i cambiamenti di una città che per fortuna è diventata ad alta densità turistica. In questi giorni B&B, case vacanza, affittacamere non hanno più un buco da offrire e in ogni strada, in ogni vicolo stanno aprendo nuovi ristoranti: le macellerie si trasformano in bracerie, le salumerie offrono taglieri e calici di vino, le pescherie si attrezzano per gli spaghetti a vongole. E tutti sporcano. Un delirio che difficilmente trova controllo. «In pochi mesi abbiamo multato tre volte un ristorante al Corso Vittorio Emanuele - spiega la De Marco - ma non siamo riusciti a convincere i proprietari a conferire i rifiuti in maniera corretta». E infatti alla maggior produzione si accompagna ad una minor disciplina nel separare i rifiuti per differenziarli.
 
 

Come se non bastasse nelle strade del centro non si può operare coi mezzi meccanici durante il giorno, ma solo la notte. E dove si riesce a intervenire capita anche che nel giro di due ore sia richiesta una nuova raccolta specialmente per rimuovere buste e bustoni depositati accanto alle campane.

Ed allora che fare? Bisogna rassegnarsi all'accoppiata turisti e rifiuti? Il consiglio di amministrazione di Asìa sta tentando tutte le strade per ribaltare la situazione e nei giorni scorsi ha deliberato ieri di adottare una nuova organizzazione dei servizi e della tecnostruttura aziendale. In poche parole si cercherà di modificare il sistema di raccolta e si sta studiando una nuova logistica dei prelievi nella speranza che arrivino presto i vagli per la pulizia dei rifiuti da spedire fuori regione in maniera da evitare che ci siano restituiti. Ma appare ormai evidente che senza controlli serrati anche sulle attività commerciali e senza una radicale riorganizzazione del sistema dei servizi saremo condannati all'emergenza perenne.
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