Napoli, i Girolamini rinascono: «I vuoti in biblioteca? Promemoria doloroso»

Napoli, i Girolamini rinascono: «I vuoti in biblioteca? Promemoria doloroso»
di Giovanni Chianelli
Venerdì 27 Maggio 2022, 07:59 - Ultimo agg. 28 Maggio, 15:57
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Dall'inferno al paradiso, vabbè non esageriamo: dal buio dell'aprile 2012 al maggio lucente di adesso, esattamente 10 anni dopo, la biblioteca dei Girolamini esce dallo scandalo e si rimette sulla strada della normalità. Fatta di bellezza, cultura, storia, e un futuro «in cui tutto il complesso potrebbe essere a disposizione del pubblico e tornare a essere un luogo vivo, una sede di produzione culturale» come dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, venuto a Napoli a festeggiare il dissequestro del sito.

Nel giorno in cui la magistratura ha deciso di togliere i sigilli all'area, decisi dopo il furto di migliaia di volumi antichi perpetrato con la regia del vecchio direttore Marino Massimo De Caro, ora agli arresti, ci sono visite importanti: oltre al ministro c'è Giovanni Melillo, attuale capo della procura nazionale antimafia e all'epoca dei fatti alla guida del pool di inquirenti napoletani che indagò sul traffico di libri; e Gaetano Manfredi, per la prima volta ai Girolamini da sindaco, e assessore alla cultura.

Il complesso monumentale si presenta nella sua veste migliore: «Abbiamo deciso di fare entrare gli ospiti e la stampa dalla parte della chiesa, oramai restaurata, uno dei primi cantieri che abbiamo concluso», dice Antonella Cucciniello, direttrice del complesso dal 2019, da quando è diventato museo autonomo, una decisione che fu presa anche come risposta al furto di volumi su cui lo storico Sergio Luzzatto scrisse un romanzo, Max Fox o delle relazioni pericolose, edito da Einaudi nel 2019.

La chiesa è al massimo splendore, con l'affresco di Luca Giordano sulla parete d'entrata e gli altri dipinti nelle nicchie laterali, tra gli ori delle colonne. Franceschini, che visita velocemente il complesso, destina le prime parole alla sala Vico della biblioteca, il cuore del misfatto: «Splendida illuminazione, complimenti a tutti», dice alla direttrice, mentre fotografa l'ambiente. Poi nota sugli scaffali gli spazi lasciati vuoti dal saccheggio: «Consiglio di lasciarli così, a futura memoria. Questi buchi devono farci ricordare la cosa tremenda che è accaduta qui, perché non ricapiti».
Inizia la conferenza, prende parola Manfredi: «Siamo in un luogo simbolo del sapere napoletano, uno scrigno d'arte che è stato punto di riferimento della cultura napoletana per secoli.

Ciò che è successo ci ricorda che dobbiamo saper proteggere tanta bellezza».

Melillo ricorda che fu la prima biblioteca aperta al pubblico della città, prima di ricostruire le vicende di 10 anni fa: «Fu per merito dei fratelli Berardi, veri civil servant, che sfidando il clima terribile che c'era qui offrirono una preziosa documentazione sul traffico di volumi antichi a Tomaso Montanari, se siamo stati messi in condizione di scoprire il mercato illegale». Poi sottolinea il ruolo degli specialisti di bibliografia che prestarono servizio gratuito alla scoperta di quanto mancava (anche se ancora adesso non c'è chiarezza su questo): Mauro Giancaspro, Vittoria Colucci e Serena Crucianelli. «Da cittadino tornerò a spiare l'andamento delle cose», conclude.
Franceschini parla di «giornata emozionante. Una storia di riscatto e giustizia, il mondo ci guardava. Siamo in uno dei luoghi più belli d'Italia e voglio che diventi modello per il futuro della cultura italiana: stiamo studiando un progetto di turismo colto e sostenibile che abbia come meta proprio le biblioteche storiche italiane, partiremo dai Girolamini».

Il ministro ricorda che dopo il furto c'è stata una svolta giuridica nella tutela del patrimonio: «Proprio in seguito a quella triste pagina del furto dei libri, una vera follia, la legislazione è diventata più severa nel contrasto alla criminalità nei beni culturali». E oggi il sito è centrale nei processi di riforma in questo campo: «Ci sono solo due complessi monumentali che sono diventati autonomi: i Girolamini e il palazzo della Pilotta di Parma. Questo luogo ha tante cose, ogni parte deve essere valorizzata, sarà ancora più bello quando tornerà a essere fruibile in ogni parte, quando tornerà a produrre cultura. Mi impegnerò per questo».

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Eccola, la normalità. O quasi: «Il dissequestro non comporta che la biblioteca riapra subito al pubblico, succederà solo con il completamento di uno dei tanti cantieri che interessano il complesso. Per adesso è solo più semplice, per studiosi e appassionati, la consultazione di uno dei suoi 180.000 volumi, mentre per altre parti del sito si stanno studiando progetti di valorizzazione», spiega la Cucciniello, che pensa ad un «agreto di prossimità nel chiostro principale: speriamo rientri tra i fondi del Pnrr».

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