Caos e ritardi, 18 mesi dopo non apre il centro della socialità del Vomero

Caos e ritardi, 18 mesi dopo non apre il centro della socialità del Vomero
di Ugo Cundari
Martedì 20 Agosto 2019, 08:00
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Diciotto mesi fa sono iniziati i lavori nell'ex stazionamento dei filobus collinari, palazzetto in rovina per oltre vent'anni, all'angolo tra via Menzinger e via Verrotti. Doveva diventare, in pochi mesi, il primo centro sociale del Vomero, gestito dalla municipalità.

Un centro polifunzionale, una casa della socialità all'insegna di una più facile socializzazione, per anziani e giovani, anche se saranno soprattutto i primi a usufruirne (chissà quando) visto che nel quartiere risiede il più alto numero di over 65 di tutta Napoli.
 
I lavori di ristrutturazione sono iniziati nel febbraio del 2018. A novembre sono stati inaugurati in pompa magna, con la presenza del sindaco, i murales dipinti sulle facciate della casa della socialità e firmati da giovani di alcune cooperative del territorio insieme al writer Jorit, lo street artist napoletano più famoso, l'autore del volto di san Gennaro a via Duomo e quello di Maradona a San Giovanni a Teduccio. Sono rappresentati Pertini, la Costituzione italiana in alcuni dei suoi articoli più celebri, Ilaria Cucchi, la sorella del giovane ucciso in circostanze ancora difficili da accettare in uno Stato democratico e civile. Annunci e brindisi che non sono serviti ad accelerare i tempi di apertura.

Per vent'anni la struttura è stata abbandonata, diventando deposito di rifiuti, ingombranti e non. Dopo il restyling esterno per qualche settimana nessuno più aveva avuto il coraggio di lasciare gabinetti, tavoli, frigoriferi, sacchetti di spazzatura di ogni genere. Con il tempo, l'incuria è tornata, qualche vandalo ha deturpato i murales con lo spray, e qualche vomerese ha deciso di tornare alle sue vecchie, e malsane, abitudini.

E meno male che de Magistris, a novembre, disse che «opere d'arte come questi murales servono a scuotere le coscienze degli indifferenti». L'ultima denuncia, su questo giornale, è di qualche mese fa. Niente è cambiato. Perché qualcosa cambi bisogna accelerare l'apertura dei locali, poco più di cento metri quadri, con diversi ambienti a seconda delle esigenze. Per allestirli e renderli accoglienti sono stati stanziati poco meno di 400mila euro, di cui sessantamila solo per rispettare le più recenti norme europee di messa in sicurezza.

«Abbiamo allacciato l'elettricità, manca il contratto per il gas mentre per l'acqua c'è bisogno di un lavoro di scavo. Una volta completate queste formalità partiamo con i collaudi. Mi auguro per settembre di essere operativi» dice Paolo De Luca, presidente della Municipalità Vomero-Arenella, che aveva promesso di aprire la casa della socialità in pochi mesi. Insomma, a sentire le istituzioni, manca sempre poco per l'apertura dei locali. Per il problema degli affidi degli spazi? «Abbiamo preparato i bandi, partiranno subito dopo l'estate. Vogliamo coinvolgere quante più associazioni possibile, dipende anche dalle richieste. Le interlocuzioni con le associazioni del territorio, di carattere sociale e culturale, sono pure quelle già avviate. Appena ne avremo la possibilità, ufficializzeremo le modalità per la gestione dei locali». Eppure, considerando i ritmi della burocrazia, è difficile pensare a tempi veloci per l'assegnazione degli spazi. E poi, oltre queste, mancano ancora le suppellettili e le postazioni. Si procederà con un'altra gara? Dunque altri tempi tecnici e cavilli burocratici da rispettare?

Cosa sarà, un giorno, la Casa della socialità? Negli obiettivi del Comune ospiterà una biblioteca, mostre, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, incontri musicali, con un occhio di riguardo alle categorie protette, come quelle degli anziani, che di solito si riuniscono nel parco di via Ruoppolo per giocare a carte, così come si vorrebbe dedicare una sezione della biblioteca ai giovani. In questo la libreria Iocisto dovrebbe donare alcuni suoi libri per giornate di approfondimento su tematiche particolari. Dopo diciotto mesi l'apertura dei locali è ancora a data da destinarsi, rimane un'opera realizzata a metà, una scatola bella fuori e vuota dentro.
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