Napoli est, sfida del Comune: «Parco con il fiume Sebeto: verrà riportato in superficie»

Un tesoro da 420 ettari - l'Ambito 13 del Prg - in buona parte occupato dalle ex raffinerie

Napoli est
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di Luigi Roano
Sabato 20 Gennaio 2024, 12:40 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 10:58
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Un tesoro da 420 ettari - l'Ambito 13 del Prg - in buona parte occupato dalle ex raffinerie è il territorio l'asse intorno al quale il Comune ha deciso debba girare il futuro di Napoli. E il fatto che l'accelerazione sia arrivata il 23 dicembre dell'anno scorso, quando dal ministero dell'Ambiente sono stati sbloccati 35 milioni per la messa in sicurezza della falda acquifera e di altri siti dell'area, non è banale. Se ne è discusso nella Commissione urbanistica - presidente Massimo Pepe - alla quale ha partecipato la vicesindaca Laura Lieto che ha la delega all'Urbanistica. E la Lieto è partita con il suo ragionamento proprio dalle acque perché li riaffiorerà il vecchio Sebeto intorno al quale sorgerà un parco urbano per rigenerare il territorio: la sostanza è sfruttare le potenzialità della rigenerazione che è incardinata su due punti: zero consumo di suolo ed energie rinnovabili. Parco che occuperà il 35,2% della superficie del sito. Ragionamenti che hanno convinto i membri della Commissione urbanistica che hanno dato il primo via libero al documento strategico.

«La riemersione delle acque del Sebeto - si legge nel documento strategico - deve far parte di un ampio processo di stoccaggio, bonifica e riciclo di questa risorsa, l'acqua e il verde, in grado di ridisegnare la rete degli spazi aperti e il paesaggio di questa vasta area».

Parco dove sono state individuate cinque funzioni: «Parco attrezzato della depurazione, il parco dei grandi attrattori urbani, parco della naturalità, parco dei grandi impianti e parco agricolo». A giudicare dai primi schizzi che stanno venendo fuori ci sono assonanze con i paesaggi orientali con ponticelli e stradine e il fiume che scorro sotto con oasi dove prendono posto impianti e attrattori. Quanto alle energie rinnovabili c'è spazio per l'eolico e naturalmente per lo sfruttamento dell'energia solare. È la vicesindaca a inquadrare la situazione, infatti è in essere già il grande progetto di Porta est con annessa Variante e c'è il Centro direzionale con la sua ulteriore risorsa di suoli pubblici.

«La gestione delle acque e della falda sotterranea riaffiorante, l'armonizzazione con le bonifiche rientranti nel Sin Napoli Orientale, i rischi collegati agli importanti depositi di idrocarburi presenti in zona. E ancora - spiega - la lieto - i vincoli derivanti dall'inclusione di Ponticelli nella zona rossa a rischio vulcanico sono problemi da affrontare. Ma tante sono anche le opportunità che ne scaturiranno. A partire dalle estese aree verdi che intersecano il tessuto urbano, i progetti di riqualificazione della costa di San Giovanni, l'ex-Corradini e l'insediamento di Taverna del Ferro. L'area orientale è una grande chance per creare una comunità energetica urbana, trattandosi dell'area più adatta in termini di estensioni e disponibilità di spazi per sviluppare impianti per le energie rinnovabili». Per la vicesindaca «Tasselli essenziali in questo disegno saranno la realizzazione del nodo intermodale di Porta Est, in grado di rivoluzionare la mobilità cittadina e di rafforzare i collegamenti tra zona centrale e la zona orientale, e l'evoluzione funzionale del Centro direzionale. La riforma del Prg renderà concreta la visione di sviluppo della città definita dal Consiglio comunale».

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Progetti e visioni della nuova Napoli però possono partire grazie alle bonifiche che giova ricordare impegnano aree dove la città è ben viva, si deve mettere mano immediatamente a 13 siti indicati proprio dal Comune dove l'analisi del rischio ha dato risposte importanti: «Ci sono 9 aree pubbliche tra cui (approfondimento matrice dei rischi di: Agenzia del demanio, via Galileo Ferraris, Capannoni industriali in via Murelle a Pazzigno, Capannoni industriali in via Pazzigno, Ex area industriale Cirio Eurolat, Impianto di depurazione di San Giovanni a Teduccio, Ufficio provinciale di Napoli della Motorizzazione civile, l'Officina Comunale Brin, Via Pazzigno-Ponte dei Francesi e le aree residenziali sociali ed agricole e l'area di competenza dell'Agenzia del demanio». Interventi strategici di cui si è iniziato a parlare nel 1998 e anche questo è un record.

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